Pdl e Lega giocano per Letizia: «Lo sfidante ancora non esiste»

La tattica della Moratti: ignorare l’avversario. Specialmente perché, come non ha trascurato di sottolineare giusto qualche giorno fa, «aspettiamo le primarie del Pd, no?». Prima di trattare l’architetto Stefano Boeri da competitor per la sfida delle comunali ce ne passa, deve ancora battere gli altri candidati del centrosinistra, Giuliano Pisapia e Roberto Caputo per iniziare, ma potrebbe aggiungersi Valerio Onida e poi chissà. Tanto vale cadere subito nella trappola delle provocazioni. Quindi, anche se ieri Boeri ha provato ad accendere in anticipo la campagna elettorale contro la Moratti accusandola di aver dimenticato le periferie, facendo presente che a poco valgono i suoi blitz nei quartieri perché «i milanesi non sono scemi, non ci si inventa sindaco in cinque mesi», lady Letizia non ha raccolto. «Credo che la città abbia bisogno di ascolto nel suo complesso - si è limitata a considerare -, quello che si deve fare è ascoltare e poi naturalmente lavorare per la città». Ieri ha iniziato la giornata alla Canottieri Milano, non solo una vetrina ci ha tenuto a precisare: «Grazie a una fideiussione de Comune la società ha potuto rifare la piscina e una nuova palestra». Poi è stata al Bosco in città «in una cascina ad ascoltare un bellissimo concerto e mangiare panini e farro con la gente». Nel pomeriggio un’ora e mezza in piazza Duomo alla due giorni di sport all’aperto promossa da Palazzo Marino e dal Coni, un calcio d’inizio nel torneo a cinque, un appello contro la droga per i giovani dal palco, qualche tiro a pallavolo e a tennis, tante strette di mano e fotografie. E ha glissato sulla polemica tentata dall’architetto-candidato.
Gli ha replicato invece il capogruppo lumbard Matteo Salvini. «Su una cosa - ammette - sono d’accordo con Boeri. I milanesi non sono scemi, sanno cosa è stato fatto nelle periferie a prescindere dalla presenza o meno del sindaco. E fino all’anno scorso ammetto che passava più tempo a lavorare a Palazzo Marino e meno sulle strade, adesso ha invertito la tendenza». Ma «il Comune è una squadra, e a differenza di Boeri che credo ignori casi come l’ex Paolo Pini o dell’istituto Marchiondi, per fortuna ci sono decine di consiglieri, di assessori e di lavoratori del Comune che vanno costantemente in periferia e conoscono i problemi». Del resto, è la stoccata finale, «se l’esordio della campagna del Pd è affidato a Rosy Bindi che a Milano non si è mai vista e ad un ex dipendente della Moratti, visto che Boeri è stato l’architetto scelto dal sindaco per Expo, auguri. I milanesi non sono scemi, per fortuna». Fa quadrato anche l’assessore leghista della giunta Alessandro Morelli, che a Boeri ricorda le ordinanze firmate dalla Moratti per via Padova, Chinatown, il Corvetto («stanno già dando i primi risultati»), un coprifuoco che la Lega vorrebbe estendere a tutti i quartieri più a rischio. E per raccogliere le proteste e le osservazioni dei milanesi ricorda il pullman «InfoMilano», un’anagrafe ambulante che staziona a rotazione vicino ai mercati rionali e nelle piazze.
Anche il vicesindaco Riccardo De Corato, che è anche assessore alla Sicurezza, non raccoglie le provocazioni di Boeri.

«Commenterò le osservazioni quando ci sarà un candidato unico del Pd, magari arriveranno a cinque o sei, adesso sarebbe totalmente inutile, Boeri inizi a battersi contro i suoi avversari ma se pensa di farsi pubblicità creando polemiche, sappia subito che non ci presteremo al suo gioco. Non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo occuparci di governare Milano per i prossimi sette mesi e immagino per altri cinque anni».

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