Il Pdl ligure deluso da Monti: «Non vuole tagliare i privilegi»

Il Pdl ligure deluso da Monti:  «Non vuole tagliare i privilegi»

(...) del cosiddetto ceto medio «che oggi sono quelle che pagano il conto più salato. E se mai dovessero smettere di spendere, si accentuerebbe il rischio recessione». In questo senso, aggiunge il parlamentare ligure del Pdl, «in Commissione Lavoro abbiamo ragionato con grande serietà prima di tutto sulle pensioni e, quindi, su come aumentare il livello di indicizzazione sino a 1400 euro. Però abbiamo anche individuato una selva di privilegi che il ministro Fornirà e il vice Martone hanno preso atto siano ancora da “osservare“: si va dalle pensioni d’oro ad altri “ambiti riservati“ di sistemi previdenziali e retributivi sui quali sarebbe oltremodo giusto e doveroso intervenire. Non si può chiedere sacrifici a chi ha una pensione di 1000 euro al mese e non intervenire su pensioni da 1000 euro al giorno, o non affrontare le situazioni dove il privilegio è sfacciato» s’indigna Scandroglio. Che fa il paragone con i capitali esportati illegalmente: «È singolare e pare una strana idea di equità - afferma ad alta voce - sorvolare sulla possibilità di fare pagare le tasse ai capitali italiani in Svizzera, pur mantenendo il loro anonimato». Il riferimento è alle recenti dichiarazioni del ministro Giarda, e in particolare alla sua «riottosità a considerare con grande determinazione la possibilità di recuperare somme dai capitali giacenti sui conti correnti in Svizzera e non dichiarati alle autorità italiane. Inghilterra e Germani - ricorda in proposito Scandroglio - hanno già operato in tal senso recuperando decine di miliardi. Temo allora di dover dare ragione all’onorevole Francesco Boccia del Pd, sul fatto che sia necessario approfondire la questione senza tentennamenti».
Tanto basta per mettere sul tavolo delle modifiche alla manovra, in posizione preminente, il cosiddetto «emendamento Scandroglio», già depositato in Commissione Bilancio a Montecitorio, che riguarda l'articolo 13, comma 7, dedicato all'Imu sulla prima casa. L'emendamento, firmato da una decina di parlamentari pidiellini (tra cui, il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, ex An come Giorgia Meloni e forzisti come Antonio Palmieri, oltre a Roberto Cassinelli), di fatto introduce il quoziente familiare almeno sulla tassazione riguardante la prima casa. Nel dettaglio, viene aggiunto il seguente periodo: «L'aliquota è ulteriormente ridotta nella misura del 20% per ciascuno dei componenti il nucleo familiare residenti e privi di reddito sino a un massimo del 60%» e «le famiglie che si trovano a dover sopportare il costo di un mutuo beneficeranno di una riduzione del 20%».

Ma Scandroglio non si accontenta e spiega che presto sottoporrà all'attenzione del gruppo del Pdl e del segretario Angelino Alfano il suo emendamento «che individua sia una formula equa, sia gli ambiti dove poter reperire le necessarie risorse per non variare i saldi della manovra. È opinione diffusa - conclude il deputato ligure - che si possa cambiare poco e lo dice anche il presidente Berlusconi, ma poco non vuol dire nulla. Noi ci batteremo a fondo per questo».

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