Il Pdl pensa a una giunta-ombra per marcare a uomo la sinistra

Il coordinamento del partito andrà avanti ma con un direttivo di dieci membri e forse entra Fidanza. Un ruolo in Consiglio per De Corato, Gallera e Masseroli

Una giunta ombra per tallonare quella del sindaco Giuliano Pisapia, un restyling del coordinamento cittadino, una stagione di congressi locali e un maggior coinvolgimento di chi durante la campagna elettorale ha dimostrato di avere più contatto con il territorio. Oltre al prevedibile giro di nomi per occupare i (pochi) posti a disposizione e l’uscita del governatore Roberto Formigoni che torna a parlare di primarie anche per il centrodestra. Così riparte il Pdl dopo la «sberla».
«Sono pronto a candidarmi per guidare il Pdl - ha detto ieri ai giornali il governatore Roberto Formigoni - se Berlusconi si candiderà al Quirinale». E, intervistato da Oggi, spiega che «il nuovo leader lo identificheremo con le primarie». Anche se da Roma arriva subito lo stop di Berlusconi per uno strumento che a sinistra ha aumentato le divisioni. Primarie, anche se in scala ridotta, chiede l’assessore regionale del Pdl Stefano Maullu. «Aperte a tutti per scegliere i coordinatori locali e i candidati». Perché l’insuccesso «ci spinge a ripensare il Pdl e a ripartire dal basso. Le parole chiave del domani devono essere democrazia, merito e partecipazione». Solo voci, invece, le dimissioni immediatamente respinte del coordinatore Mario Mantovani. Che, anzi, lunedì sera in viale Monza ha presentato un dossier per documentare l’impegno del partito a favore di Letizia Moratti. «Bisogna dargli atto - spiega Riccardo De Corato - che ci ha riunito a poche ore dal risultato. Ed era la prima volta che ci incontravamo per discutere tutti insieme». Conseguenze del voto? «Ora siamo ancora storditi da un risultato negativo, l’analisi va fatta a bocce ferme». Meno prudenti altri che già pensano a un intervento sul coordinamento cittadino. Magari con l’inserimento al vertice di Carlo Fidanza, uomo forte degli ex an che potrebbe sostituire Luigi Casero, sottosegretario all’Economia che dopo l’addio di Giuseppe Vegas, promosso presidente della Consob, aspira a un ruolo da viceministro. Ad affiancare i vertici potrebbe essere nominato un direttivo di una decina di «capibastone» in grado di garantire la rappresentanza delle diverse anime del partito. Nessun dubbio, invece, sull’alleanza con la Lega, considerato sempre un alleato sempre affidabile e oggi a maggior ragione addirittura imprescindibile. Anzi, da imitare nel presidio dei quartieri. Più responsabilità a chi ha una maggior conoscenza e contatti sul territorio, come consiglieri comunali o di zona. Con una struttura capillare quartiere per quartiere che produca iniziative e proposte da portare alla giunta ombra. «Vogliamo dare subito un segnale che il partito si struttura, si radica e riparte di slancio - spiega Giulio Gallera, ancora una volta big delle preferenze - È questo che ci chiedono gli elettori». In corsa per il posto di capogruppo, se la vedrà con De Corato che può vantare già una buona esperienza all’opposizione. Si muove anche il ciellino Carlo Masseroli. Ma per De Corato potrebbe essere pronta la vicepresidenza del consiglio comunale e per Masseroli la presidenza della commissione controllo delle aziende partecipate. Con le dimissioni di Berlusconi e della Moratti, entrerebbero in aula Armando Vagliati e Fabrizio De Pasquale.

E allora trasloco in vista anche per Andrea Mascaretti che Guido Podestà porterebbe in un assessorato in Provincia per far posto a Marcovalerio Bove. Masseroli allora avrebbe un incarico all’urbanistica in Regione per promuovere il giovane ciellino Simone Paleari. E i conti tornerebbero.

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