I risultati elettorali del 13-14 aprile scorso hanno premiato una coalizione di centrodestra (Pdl) che si è presentata come un unico partito, con l'impegno di diventarlo immediatamente dopo. Gli elettori hanno premiato una promessa e un impegno assunti davanti a tutto il Paese, da Silvio Berlusconi, da Gianfranco Fini e da Gianfranco Rotondi, a conclusione di un lungo e difficile travaglio. Crediamo che ora questo impegno e questa promessa debbano rapidamente tradursi in effettività, poiché gli appuntamenti elettorali del 2009 spingono in questa direzione. Occorre por mano da subito alla costruzione di un soggetto politico unico e nuovo, capace di definirsi e di strutturarsi con una prima fase di transizione, la più breve possibile, per arrivare rapidamente, attraverso congressi costituenti ai vari livelli, a produrre la nuova unica classe dirigente. Così come è importante procedere verso l'adesione del Popolo della Libertà al Ppe, perché questo passaggio radicherebbe il nuovo soggetto politico in una tradizione e in una storia fondative dell'Europa stessa. L' errore più grave che il Pdl potrebbe commettere sarebbe quello di costruire un partito a tavolino fatto con accordi di vertice.
La spartizione dei posti a tavolino sarebbe, infatti, la fine di un processo democratico nato dal consenso che milioni di cittadini hanno espresso per avere un loro partito, un partito del popolo voluto dal popolo. Un partito destinato a durare nel tempo e a contribuire, nel Partito Popolare Europeo, alla costruzione di una nuova Europa dei popoli nella libertà.*Assessore allArtigianato
della Regione Lombardia
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