Pdl, ultimatum a Landi: «Basta con le minacce se vuol restare in giunta»

Per ora vengono congelate come le parole in libertà di chi ha preso un colpo di sole. Ma anche in ferie i colonnelli del Pdl notano e annotano le continue provocazioni e prese di distanza dal partito dell’assessore finiano alla Salute del Comune Giampaolo Landi di Chiavenna. E sono pronti a presentare il conto a settembre, quando l’onda del divorzio tra Berlusconi e Fini - secondo le dichiarazioni del finiano Landi - dovrebbe travolgere anche Palazzo Marino. «Già a metà settembre - si è sbilanciato due giorni fa - potremmo dar vita al gruppo autonomo di Futuro e Libertà per l’Italia». Per costruire un gruppo servono tre consiglieri, Landi si sbilancia e giura che potrebbero essere «almeno 6». Ma la prima conseguenza della frattura rischia di essere proprio la sua presenza nella giunta di Letizia Moratti. «Dipenderà da lui - afferma il capogruppo milanese del Pdl, Giulio Gallera -, se continuerà tranquillamente a lavorare sulle cose concrete non ci sarebbero motivi per chiedere le dimissioni. Ma se, come sta facendo in maniera crescente da alcune settimane, per dare visibilità a una corrente si pone con un atteggiamento di interdizione e di minaccia allora porremo il problema politico».

Peraltro, giudica una boutade quella dei pidiellini pronti a spostarsi armi e bagagli in Futuro e Libertà, «mi sembra piuttosto un modo per fare campagna acquisti, ma se gioca a fare la spina nel fianco per noi è inaccettabile».
Anche Carlo Fidanza, consigliere ed ex An come l’assessore sotto processo, sostiene che «è nelle cose che o trova seguito in aula o il problema di una sua permanenza in giunta inevitabilmente si porrebbe».

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