E dopo giorni di schiaffoni, ieri sera a Sesto san Giovanni è andata in scena la serata dellorgoglio pdl. No allantipolitica e basta con lassedio mediatico e giudiziario al governatore Roberto Formigoni, e dunque alla Lombardia, le parole dordine. Con scelta che non è evidentemente casuale, perché Sesto oltre a essere città che fra due settimane va al voto è la dimostrazione più tangibile, così come dicono le indagini della procura di Monza, che se prediche devono proprio arrivare, non è da sinistra che possono partire. Perché lex Stalingrado dItalia, ha sottolineato tra molti applausi il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani, è «la captale rossa della commistione tra affari e politica». E dunque «la tomba della superiorità etico morale» del centrosinistra ha aggiunto quello provinciale Sandro Sisler. Occasione il convegno organizzato ieri proprio a Sesto allo Spazio arte dal coordinamento provinciale «per dire no allantipolitica». E a cui hanno partecipato oltre a Mantovani e Sisler, il coordinatore nazionale Ignazio La Russa e il governatore Roberto Formigoni. Arrivato ad appoggiare Franca Landucci, la professoressa di storia antica alla Cattolica e per dieci anni capogruppo pdl in Comune dove è stata protagonista delle battaglie contro legemonia della sinistra. Oggi candidata alla successione del sindaco del Pd Giorgio Oldrini indagato per corruzione. A Sesto, dove i magistrati stanno occupandosi di uomini forti della sinistra come Filippo Penati, braccio destro di Bersani, Pasqualino Di Leva e Giordano Vimercati rimasti invischiati negli affari delle aree ex Falck e concessioni edilizie. «Basta antipolitica - ha detto Sisler - Perché chi oggi ci attacca e lo fa soprattutto da sinistra, non ha proprio lezioni etiche e morali da darci». Chiaro il riferimento al Formigoni assediato. Che fa il suo appello «a un partito unico dei moderati italiani: intorno al Pdl e non certo allUdc». Mentre per Mantovani «il Pdl vuole essere e sarà la risposta alla richiesta di cambiamento». Per la professoressa Landucci, «lantipolitica è in parte comprensibile per la situazione in cui si trovano tanti cittadini con gravi problemi. Chiaro che la prima reazione di rifiuto può essere comprensibile. Ma il rischio è che da questo si cada in una cultura solo antagonista e magari eversiva che è solo distruttiva perché senza proposte. E allora proprio lantipolitica, invece di essere una soluzione ai problemi, diventa essa stessa un problema». Oggi, ha sottolineato La Russa, lo spread è salito a dimostrazione che «non era colpa di Berlusconi come diceva la narrazione di sinistra».
La stessa narrazione che adesso attacca «il fiore allocchiello del centrodestra: la Lombardia». Ma La Russa dice «non cederemo, perché il bene della Lombardia è la giunta Formigoni». Fuori dalla sala il banchetto per sottoscrivere una lettera a suo sostegno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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