Sarà laspetto alla Carl Marx o labbigliamento un po bohemienne. Ma quando vedi Harry Peccinotti la prima parola che ti frulla nella testa non può essere che rivoluzione. E quasi una rivoluzione furono gli scatti firmati dal 61enne fotografo londinese nel 1968 per il calendario Pirelli. Allora Peccinotti sdoganò il capezzolo, immortalando per la prima volta il seno nudo di una modella in un prodotto rivolto alla massa. Fece scandalo, sorprese, piacque. «Ricordo - dice mentre firma le prime copie della sua monografia - che in quegli anni realizzai un servizio per Vogue Italia. Poi però non utilizzarono un mio scatto per la copertina. Il motivo? Era inammissibile che una modella di colore comparisse in prima pagina». Eppure Peccinotti tenne duro e alla fine vinse la sua battaglia. «Ogni epoca ha la sua morale - commenta il fotografo inglese -. Ciò che oggi sembra ovvio, un tempo generava scandalo. Sarà sempre così». Non solo moda. Peccinotti è stato anche fotoreporter.
«Sono stato anche in Vietnam durante la guerra - ricorda -. Lavoravo per la stessa casa editrice del Daily Mirror e volevo vedere come davvero stavano le cose. A posteriori posso dire che non lo rifarei». Perché? «Conosce qualcuno a cui piace più la guerra delle donne? Io no».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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