La Cina allenta il tasso di cambio della propria valuta, ma lo yuan frena, mentre leuro scivola sotto 1,23 dollari appesantito dai timori per la solidità delle banche europee. Lo yen si rafforza e la sterlina avvia il rialzo premiata dalla «dura» manovra messa a punto da Londra che ha incassato anche la promozione dellagenzia di rating Fitch. La Banca centrale cinese ieri ha fissato il tasso di riferimento rispetto al dollaro a 6,7980 da 6,8275 di lunedì, confermando la volontà di procedere nella direzione di un apprezzamento «graduale» della valuta. Così, dopo un iniziale rialzo, lo yuan ha invertito rotta e ha perso lo 0,23% a 6,8136 sul dollaro, dopo che a inizio di settimana si era apprezzato dello 0,43%.
Listituto centrale ha fissato il tasso di riferimento della banda di oscillazione a un livello di apprezzamento di circa lo 0,4%, vale a dire in linea con la chiusura del giorno precedente. Una mossa che alimenta le speculazioni secondo cui Pechino sia intervenuta tramite le grandi banche pubbliche cinesi per segnalare al mercato che un apprezzamento troppo rapido non è desiderabile. «Potremo ancora vedere oscillazioni verso lalto e verso il basso, ma pensiamo che lo yuan avrà dei limitati, anche se significativi, apprezzamenti rispetto al dollaro», spiega Brian Jackson, analista di Royal Bank of Canada di Hong Kong.
Quanto alleuro, ha chiuso sotto 1,23 dollari (a 1,2278 da 1,2312 di ieri) con il riemergere di preoccupazioni sulla tenuta del sistema bancario europeo. Lesponente della Bce, Christian Noyer, ha ammesso che alcune banche europee hanno problemi nel rifinanziarsi, mentre Fitch ha tagliato il rating su Bnp Paribas, prima banca francese, e Standard & Poors ha prefigurato anni difficili per gli istituti spagnoli. Moodys ha invece avvertito Madrid che se vuole mantenere il proprio rating di tripla A deve tagliare il deficit di bilancio e consolidare il settore bancario.
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