«Penati e i rom? Un voltafaccia»

«Le affermazioni rilasciate da Penati sul pacchetto sicurezza sono un goffo tentativo di voler apparire più realista del re. Curioso che batta il chiodo sulle espulsioni e che chieda “segnali forti” al governo. Peccato che solo un paio di anni fa si diceva pronto a stanziare risorse per progettare una rete di piccoli campi nell'hinterland».
Il vicesindaco Riccardo De Corato replica alle affermazioni di Filippo Penati sul pacchetto sicurezza e sulle misure da adottare per l'emergenza rom. «Sul voltafaccia di Penati - spiega De Corato -, che seguita a sbandierare ai quattro venti il milione di euro versato dalla Provincia per il “fondo Sicurezza” da impiegare, a sua detta, per qualche pullman diretto a Bucarest, è esemplare quanto riporta un articolo apparso su Repubblica il 2 giugno 2005 in merito all'ipotesi di smantellamento del campo nomadi di Triboniano». «Il nostro ente - diceva Penati - potrebbe stanziare risorse per la progettazione di piccoli campi e farsi carico della formazione professionale degli adolescenti». «Ancora nel giugno 2005 - prosegue De Corato - Penati, sempre più folgorato sulla via di Damasco, presenta il suo piano visionario: costruire 40 mini campi rom. Un progetto che come riporta Il Giornale dell'11 marzo 2006, definisce "unico in Europa", "modello da copiare", "alto esempio di concertazione istituzionale", "un'opera che è motivo di orgoglio".

Ma Penati si spinge anche oltre, come scrive il Giorno: “Un luogo in cui oltre all'accoglienza sarà possibile lo scambio culturale con la cittadinanza”».
«Cambiare opinione - conclude De Corato - è legittimo, ci mancherebbe. Ma per essere credibili si deve motivare questa scelta assumendosi sul piano politico la responsabilità delle sue conseguenze».

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