Cronaca locale

Penati nomina solo gli amici degli amici

Nelle lettere spedite da via Vivaio l’elenco dei candidati alle poltrone con il partito dell’Unione che fa da «sponsor»

Penati nomina solo gli amici degli amici

Gianandrea Zagato

Il primo atto da presidente di Filippo Penati già lo conosciamo: epurazione di funzionari e tecnici rei di collaborazionismo col nemico, con l’ex giunta del centrodestra. Il secondo? Be’, è il degno seguito del primo: la partita delle nomine negli organi direttivi delle società partecipate dalla Provincia è tutta giocata in casa dal centrosinistra. Non c’è un-rappresentante-uno del centrodestra sui cento e passa neo-nominati dall’amministrazione provinciale nei consigli d’amministrazione, collegi sindacali, consigli generali e altri organi direttivi di spa, srl, enti, fondazioni e istituti diversi.
Strano modo davvero di interpretare lo spoil system che, tra l’altro, Penati applica stalinianamente come testimonia pure la vicenda dell’autostrada Serravalle dove, l’inquilino di Palazzo Isimbardi, dopo aver conquistato la maggioranza della società ha imposto a otto membri del cda di dimettersi per far decadere l’intero consiglio d’amministrazione e quindi poter mandare a casa i rappresentanti del Comune. Strategia con sgarbi istituzionali inclusi che l’ex sindaco dell’ex Stalingrado d’Italia applica dunque senza badare troppo agli eccessi anche quando si tratta di spartire il potere.
Per scoprirlo basta sfogliare cinque paginette del file «nomine.penati.xls» aggiornato alle 16.35 del 10 ottobre: lì c’è la mappa degli uomini d’oro del presidente diessino che condizionano, almeno in parte, la vita economica del territorio. Si scopre così che i candidati «segnalati» dal capogruppo provinciale Ds Giuseppe Foglia vengono sempre nominati e lo stesso accade se il «presentatore» è Mario Barbaro della Margherita oppure il capogruppo di Rifondazione comunista Antonello. È grazie ai primi due che nel cda dell’«Agenzia sviluppo Milano metropoli» siedono Fabio Terragni e Giampiero Rosmarini. Anche Enrico Cozzi e Alberto Centinaio devono ringraziare, rispettivamente, Foglia e Barbaro se siedono nel cda di «Euroimpresa». Mentre l’imprenditore Guido Artom se per quattro anni occupa una poltroncina di consigliere d’amministrazione della «Fondazione museo della Scienza e della Tecnica» deve un po’ di riconoscenza a Foglia. Lo stesso vale per gli sponsorizzati da Patta: dalla lettura del file «nomine.penati.xls» si scopre che il capogruppo provinciale del partito di Fausto Bertinotti si è speso sul fronte nomine almeno cinque volte ovvero quanti sono i suoi designati. Ecco i nomi: Vincenzo Viola («Cisem»), Daniele Ratti («consorzio provinciale Brianza smaltimento rifiuti«), Marco Sereno Dal Toso («Isap»), Luigi Vinci («Serravalle») e Mauro Borromeo (presente sia nell’ «istituto ricerca Gemelli-Musatti» che nell’«istituto superiore di sociologia»).
Quadretto familiare in quel di via Vivaio accompagnato da decine di lettere - con relativa copia delle candidature presentate e parere di ammissibilità - firmate da Giordano Vimercati, capo di gabinetto del presidente. E proprio in quelle lettere si scopre l’altra faccia della medaglia: la bocciatura dei candidati sgraditi al presidente, si va da Alfredo Zini in quota all’Unione del Commercio per il «convitto nazionale Longone» a Edoardo Cucchiani (quota Aldai) e Giuseppe Sirica (Fiadel) che nella corsa per la «scuola di specializzazione in tecnica peritale» non godevano come il nominato Mario Giovanni Sfondrini del sostegno del consigliere provinciale Barbaro.
E tra le vittime del manuale Cencelli unionista di Palazzo Isimbardi ci sono anche Umberto Bellini (Unione del Commercio), Marco Marsili (Associazione Innovazione) e Guido Bolla (Europa informazione) che ambivano all’«istituto ricerca Gemelli-Musatti» senza però il supporto determinante di Rifondazione. Svelato il criterio, si potrà fare presto un’ulteriore verifica, scoprendo chi tra Roberto Camagni e Francesca Vaia sarà il futuro rappresentante della Provincia nella commissione centrale di beneficenza della «fondazione Cariplo».

Di certo il terzo e il quarto candidato, Ugo Poletti e Arrigo Beltrame, presentati rispettivamente da Assolombarda e dal Rotary International, partono svantaggiati.

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