Penati: «Sto con i Verdi ma sono industrialista»

Il presidente alla presentazione di Federchimica sulla riduzione dell’impatto ambientale: «Meglio gli inceneritori che il compostaggio»

Giovanni Buzzatti

Il diessino Filippo Penati ospite degli industriali della chimica. Come dire, l’ex comunista nella tana del lupo. Che però non dimostra nessun imbarazzo. Anzi. Il presidente della Provincia ne approfitta per una confessione. «Ci tengo a dirvelo, io ero e sono industrialista» racconta alla sala zeppa di imprenditori. «Lo dico anche ai miei alleati ambientalisti, in fatto di rifiuti io mi fido della tecnologia». Vale a dire «meglio gli inceneritori che i composter: i primi producono energia e calore, posso controllare che cosa ne esce e se qualcosa non va blocco l’impianto. Con i composter - insiste Penati - mettono sotto terra delle cose ed esce il concime, ma chi lo usa poi?». La vita del politico, però, è fatta di compromessi. «Devo cercare la mediazione, la governabilità - prosegue il presidente -. Per questo vedrete uscire dalla Provincia cose che contrastano con il mio pensiero, ma ci tenevo a dirvi come la penso: io sono industrialista, sono di Sesto San Giovanni!».
Gli imprenditori ringraziano («apprezziamo l'approccio») e ricordano l’impegno delle aziende chimiche per ridurre emissioni inquinanti e incidenti. In particolare in Lombardia, «seconda regione chimica d’Europa e prima per numero di imprese» spiega Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica. I dati sono raccolti nel rapporto - il 12º - sulle imprese chimiche che volontariamente si sono dotate di pratiche per ridurre l’impatto ambientale. Si tratta di grandi aziende, molte delle quali lombarde, che nel 2005 hanno ridotto l’emissione di sostanze nocive per l’aria (anidride solforosa, ossidi di azoto, anidride carbonica e polveri). «Abbiamo fatto il nostro dovere per rientrare nei parametri di Kyoto» ci tengono a dire. Con la produzione, però, è aumentato il rilascio di metalli pesanti, particelle solide sospese e fosforo che minacciano suolo e acque.
Per commentare l’indagine, Federchimica ha riunito politici ed esperti, dai vertici dell’Inail (l’industria chimica è la più sicura per malattie professionali), al presidente dell’Arpa. I vigili del fuoco lanciano un allarme: «Ci sono sempre più incendi domestici - dice Dario D’Ambrosio, direttore regionale -.

Si verificano di solito nelle ore centrali della giornata, quando a casa rimangono bambini e anziani. La colpa? Siamo circondati da apparecchi elettrici non sempre usati bene. Alle aziende chimiche chiediamo che i loro prodotti, bruciando, producano meno fumi tossici, i più dannosi».

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