Mario Cervi è un galantuomo, io forse meno: è per questo che rispetto a lui userò parole più brutali a proposito della puntata di Matrix dedicata all'11 settembre. Nella peggiore delle ipotesi è stata una vergognosa pagina di giornalismo scandalistico, nella migliore una pagina di giornalismo scandalistico vergognosa.
Non è che Enrico Mentana abbia fatto un pittoresco consuntivo di tutte le strampalate ipotesi sull'11 settembre: ha messo sullo stesso piano dignitario la versione storicamente acclarata e le tesi complottarde e ingestibili di Giulietto Chiesa e Maurizio Blondet, penne secondo le quali tra gli artefici dell'attentato ci sarebbe anche George Bush. Non è stravaganza giornalistica, non è audacia: è cinismo, è speculazione a margine di una ferita che sanguina come pure sanguina una guerra dove soldati anche italiani hanno perso la vita.
L'equi-lontano Mentana ha trattato il tema come un gioco, come se esistesse davvero una tesi alternativa a quella ufficiale, come se la questione fosse aperta: mentre è aperta solo per Indymedia.
Penne alla matrixana
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