Pensaci Giacomino, schiaffo al conformismo

Cavallo di battaglia di grandi interpreti quali il poliedrico Sergio Tofano e il siracusano Salvo Randone la commedia pirandelliana «Pensaci, Giacomino!» sarà presentata sul palcoscenico del Teatro Carcano fino a domani, grazie all'inossidabile coppia di attori e registi Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Scritta all'inizio del 1917 dall’agrigentino a misura della sicilianità del comico Angelo Musco, che ne offrì l'interpretazione anche nella versione cinematografica al fianco di Elio Streiner e Dria Paola, la commedia racconta con grande impeto e a volte anche violenza di rapporti sociali. Tratta dalla novella omonima, «Pensaci, Giacomino!» abbandona la società arcaica nella quale è stata ambientata. Enzo Vetrano, che oltre a condividere il lavoro registico con il socio Randisi, darà voce sulla scena al personaggio di Agostino Toti, spiega come il suo percorso attraverso la scrittura pirandelliana abbia trovato in questo testo una preziosa occasione, oltre che per scavare alla ricerca dell'attualità della parola pirandelliana, anche per fare riflettere il pubblico su alcune verità: «Abbiamo molto amato questo focus sulla famiglia e sui rapporti tra le persone; al fianco dell'incapacità dello Stato e dei paradossi esistenziali dell'individuo, il nucleo familiare è al centro dell'attenzione dell'autore». Se Pirandello dipingeva una società trascorsa nella quale vigevano certe regole imprescindibili e taluni atteggiamenti tra gli individui, dove il potere assoluto dei genitori era indiscutibile, Vetrano e Randisi sfruttano invece gli elementi moderni e trasponibili ai giorni nostri di un lavoro che ben si adatta al pubblico di oggi. La crisi della famiglia, l'ingerenza della Chiesa, sono solo alcune delle tematiche trattate che offrono alla commedia uno spessore deciso. La vicenda si sviluppa attorno al personaggio del professor Toti, sottolineando la «rivoluzionarietà» di questo uomo che, per compiere uno sgarbo alla società, decide di sposare Lillina, la figlia del bidello della scuola per consentire alla ragazza, una volta vedova, di godere della sua pensione. Toti è un uomo divertente, ma anche morboso per certe sue scelte finalizzate tutte alla conquista della libertà. Anticonformista non omologabile, Toti non accetta la sua collocazione nella società e ne inventa una nuova. «Nella nostra operazione registica - prosegue Vetrano -, pur nella piena fedeltà della parola, ci siamo allontanati dalle didascalie pirandelliane proprio per offrire al pubblico una lettura diversa e soprattutto nuova.

L'impatto di certe nostre scelte è stato più che positivo anche da parte della critica che ha definito il nostro spettacolo come «il più bel Pirandello negli ultimi tempi». Applausi, gratificazioni, ovazioni da parte dello spettatore, ma anche del cultore di Luigi Pirandello, che di fronte alla regia di Vetrano e Randisi scopre un nuovo teatro con finale a sorpresa (info: 02-55181377/62).

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