Il pensiero del governo Italiani, soffrite pure ma senza far casino

La parola d’ordine non cambia. È la stessa da dieci anni: crescita. Ma è pura illusione. La gente, se è supertassata, consuma meno

La parola d’ordine non cambia.È lastessa da dieci anni: crescita. L’ultimo a pro­nunciarla è stato Mario Monti che, per renderla più suggestiva, gliene ha appic­cicata un’altra: crescita più equità. Meno male, adesso siamo contenti. Il compito di perseguire l’equità è stato affidato ad Equitalia, famoso ente di beneficenza che strozza i povericristi e grazia gli evasori. Un esempio? Quando Giulio Tremonti, dieci anni orsono, ci propinò il condono tombale, tutti, compresi quelli che erano contrari alla festa del perdono, vi fecero ricorso: non si sa mai. I con­tribuenti versarono la quota richiesta per sgravar­si di ogni eventuale pendenza. Lo Stato riscosse una bella sommetta, ma il debito pubblico non di­minuì, perché frattanto le spese erano aumentate; a nessuno passò per la mente che bisognasse ta­gliarle per avere un saldo positivo. Già. Gli economisti sono teorici, sanno tante co­se tranne una: fare il conto della serva.

Ignorano che se spendi più di quanto incassi vai in malora. In effetti, siamo andati in malora. Tornando al con­dono tremontiano, segnaliamo che l’Agenzia del­le entrate non introitò l’intera posta. Deve ancora riscuotere circa 4 miliardi. Perché non procede? Cari amici, provate voi a bussare a soldi giù al Sud. Piuttosto che pagare, i debitori bruciano l’auto al­l’esattore, lo minacciano; se non coglie il messag­gio, lo fanno secco con una schioppettata. Non è vero che tutto il mondo è paese: in alcune zone è più paese o, se insisti con le tasse, ti privano del piacere di invecchiare ovvero di vive­re a lungo.

Quanto alla crescita - con o senza equità- è pura illusione. Se la gente è supertassata, e gli rimane in tasca uno stipendio da fame, consu­ma meno, non perché non desideri consuma­re, bensì perché non ha denaro allo scopo di soddisfare l’esigenza del superfluo.Automa­ticamente cala la produzione (nessuno pro­duce ciò che non smercia) e cala l’occupazio­ne. Così si va in miseria checché ne dica Mon­ti. Lo dimostrano le statistiche, che però sono come la gomma americana: ciascuno le tira dove gli garba.

La Grecia, a forza di seguire i consigli della Ue, si è definitivamente impantanata. Non combina nulla di buono e rimpiange la drac­ma, in attesa di tornare alla quale ha in parte sostituito il velenoso e mortifero euro con mo­nete inventate lì per lì, simili a quelle del Mo­nopoli, con cui i greci si sentono a loro agio. È tutto dire. Il popolo ellenico è stato trascinato dalla disperazione a votare. Guarda caso han­no vinto i partiti contrari alla moneta unica, considerata una iattura. Dalle urne è uscito un altro dato sconfortante: impossibile fare un governo ad Atene, manca una maggioran­za. Quindi? Ripetere le elezioni. Caos al qua­drato.

Il ripudio dell’euro,a questo punto inevita­bile, è dietro l’angolo. Ma la Germania se ne infischia: dice che l’Europa non corre rischi. Grecia dentro o Grecia fuori, l’Unione andrà avanti? Col cavolo. Anche la Spagna e il Porto­gallo versano in condizioni greche. Quanto resisteranno? Non vi sono certezze tranne una: non resisteranno. Dopo di che, pata­trac.

E l’Italia?Con questi chiari di luna,il suo fu­turo è segnato. Monti non la salverà. Ha ragio­ne Riccardo Barenghi che, sulla Stampa di ie­ri, sintetizza il pensiero del governo: «Il Paese ha bisogno di serenità, quindi suicidatevi sen­za far casino». La Patria va a rotoli, ma non conviene dirlo in giro, altrimenti i professori si innervosiscono, vanno nel pallone e non sanno più quali pesci pigliare. L’ultima loro idea fa sorridere:addio al ticket;d’ora in avan­ti chi si rivolgerà alla sanità pagherà in base al proprio reddito. Significa che sganceranno soltanto quegli stupidi che denunciano di più; i veri ricchi, cioè gli evasori totali e parzia­li, nonché gli elusori, saranno assistiti gratis. I ceti medi e bassi, quelli a reddito fisso, verran­no massacrati. Dopo l’Imu,contribuiranno a sollevare gli abbienti dall’obbligo di liquida­re il conto in farmacia e all’ospedale. Inutile indignarsi: l’equità secondo i bocconiani.

E ci si stupisce che il Pdl, stanco di stare al guinzaglio dell’esecutivo, e di perdere con­sensi tra i propri elettori, mediti di non appog­giare più alla cieca Monti, ma di esaminare di volta in volta se valga o no la pena di votare con la maggioranza un determinato provve­dimento. È il comportamento che il partito berlusconiano avrebbe dovuto assumere fin dall’inizio; altro che sostenere i tecnici in ogni iniziativa stolta, contraria agli interessi della base pidiellina.

Mentre le questioni nazionali marciscono, si ha notizia che la finanza internazionale rico­mincia a rifilare bidoni. La Jp Morgan, per ci­tare una perla bancaria, si è creata un buco di 2 miliardi e oltre, così tanto per riprendere le vecchie abitudini in materia di bolle.

E in tut­to questo pateracchio, George Soros, che per diventare padrone di una fortuna non si è fat­to venire i calli sulle mani, candido candido afferma che l’Europa, con tasse e tagli, rigore e austerità, non andrà lontano. E allora? Mas­sì. Suicidiamoci, ma senza fare casino. 

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