Le chiamano «allergie crociate», una sorta di matrimonio pericoloso fra vegetali e frutti. In altre parole è facile che gli allergici ai pollini lo siano anche a certi alimenti. Succede in un caso su quattro. Ma non a casaccio. Perchè cè sempre un legame fra le intolleranze. Chi non può respirare laria infestata da graminacee stia attento a mangiare meloni o angurie. Chi è allergico alla betulla potrebbe non digerire la mela e unaltra infinità di frutti, dalla prugna allalbicocca alla pesca, alla ciliegia alla mandorla. Ancora: chi non sopporta il tarassaco non può pensare di rilassarsi bevendo una camomilla perchè la tisana potrebbe scatenare una reazione allergica. Ma lelenco è lungo: lintolleranza alle composite (margherite, girasoli) mal si sposa con il sedano, quella allartemisia non digerisce la carota, la terribile ambrosia fa a pugni con il finocchio.
Perchè succede? Spiega Mario Previdi: «Le sequenze di aminoacidi nel polline sono simili a quelle di certi alimenti, può accadere che lorganismo le riconosca come identiche». Naturalmente i sintomi sono diversi: «Mentre lallergia ai pollini si manifesta con disturbi a carico dellapparato respiratorio, quella agli alimenti intacca lapparato digerente. Si hanno così prurito e bruciore in bocca e in gola, edemi sulle labbra. Nei casi più gravi ledema arriva fino alla glottide e provoca anche difficoltà respiratorie.
E la fragola? «È considerata erroneamente un frutto che provoca allergie come i pioppini che circolano allinizio dellestate ma si tratta di false credenze - ha aggiunto Previdi -.
Il pericolo è anche in tavola, con la frutta
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