Permessi falsi, blitz dei vigili al Grassi di Ostia

SOLLETICO La multa per chi esibisce documenti contraffatti è però solo di 70 euro

Falsi permessi per i disabili: decine di furbetti bloccati all’entrata dell’ospedale di Ostia. Aperta un’inchiesta della magistratura su un’organizzazione criminale in grado di sfornare «fac simili» in cambio di centinaia di euro. Ne avevamo parlato nei giorni scorsi sulle pagine de Il Giornale. A Roma su cinque passi arancioni almeno uno è di dubbia provenienza. Uno scandalo a tre zeri per la capitale, che rilascia oltre 57mila permessi regolari l’anno. Ieri mattina il blitz dei vigili urbani anche in via Passeroni, a Ostia. Risultato? Multe e denunce per documentazione contraffatta o uso improprio di documenti intestati a parenti o amici. Se non, addirittura, a congiunti passati da anni a miglior vita. Per non parlare di quelli fotocopiati ad arte, scansionati a colori, fotografati e stampati con tanto di timbro e ologramma «taroccato».
Roba da finire in galera. Peccato che pene e sanzioni sono solamente di carattere pecuniario: 70 euro e «passa la paura». Meglio di una contravvenzione per divieto di sosta (con tanto di perdita di punti sulla patente) o della rimozione forzata della vettura. A lanciare l’imput ai «pizzardoni» del XIII municipio la direzione sanitaria del Giovan Battista Grassi, sommersa di proteste da parte di (veri) pazienti diversamente abili o dei loro accompagnatori. «Una volta entrati nella struttura della Asl RmD - raccontano - troviamo i parcheggi riservati, quelli di fronte all’entrata a vetri, perennemente occupati. Questo fin dalle prime ore del mattino, quando reparti e ambulatori sono ancora chiusi». Dal direttore sanitario, professor Lindo Zarelli, dunque, la prima segnalazione alla polizia municipale. E così, dopo un’ora di controlli serrati alla sbarra, a mezzogiorno le 10 aree contrassegnate a terra e su paletti con il simbolo dell’handicap risultano occupate solo a metà. A Marco, 45 anni, che aveva tentato di entrare esibendo sul cruscotto una (brutta) copia del cartellino arancio, è toccato parcheggiare lontano, con il verbale della municipale in mano. Inutili le proteste: «È di mia suocera - dice -, non è in auto con me perché mi aspetta in corsia». La normativa, del resto è chiara. Il titolare dell’autorizzazione deve essere a bordo. Secondo gli agenti la maggior parte degli automobilisti controllati aveva un permesso falso. Alcuni grossolani, altri a prova di verifica.

«È bastato accedere alla banca dati - spiegano i vigili urbani - per trovare l’intoppo. Ogni giorno ne vediamo di tutti i colori. A cominciare dai falsi cedolini delle revisioni sulle carte di circolazione. La gente è disposta a tutto pur di usufruire di un privilegio».

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