Personaggi

Abiti gender free, animali fluidi e non colori: il matrimonio queer della Murgia

Alla celebrazione del matrimonio di Michela Murgia e Lorenzo Terenzi, tantissimi simboli della tradizione. Tuttavia, tutti rivisitati nel loro significato

Abiti gender free, animali fluidi e non colori: il matrimonio queer della Murgia

Ascolta ora: "Quei vestiti fluidi al matrimonio queer della Murgia"

Quei vestiti fluidi al matrimonio queer della Murgia

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Michela Murgia ha celebrato quel “matrimonio controvoglia” siglato con l’attore Lorenzo Terenzi, insieme alla sua famiglia queer. "Un contratto in articulo mortis” (in punto di morte) che è stato definito come un atto politico. Un atto politico che si manifesta anche nella scelta degli abiti che ha disegnato Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, per festeggiare il non-matrimonio.

La scelta delle nozze

“Voglio arrivare viva alla morte”. Questo quanto aveva promesso la scrittrice qualche mese dopo avere scoperto di avere un carcinoma renale al quarto stadio; ed effettivamente è ciò che sta facendo. Così, il 15 luglio ha sposato Lorenzo Terenzi, attore, regista, autore e musicista, conosciuto nel 2017 grazie ad uno spettacolo teatrale in cui lei era la protagonista e in cui lui lavorava alla regia. “Se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda – aveva scritto la Murgia nel post di commento al video in cui appongono le firme - non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un'esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo”. Poi, la scrittrice aveva proseguito chiedendo di non avere auguri dal momento che il rito che avrebbe voluto con Lorenzo, “ancora non esiste”; “Ma esisterà e vogliamo contribuire a farlo nascere”, aveva concluso.

La celebrazione delle nozze e la scelta degli abiti

È stata la salentina Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, a disegnare l’abito da sposa di Michela Murgia, nonostante la scrittrice non ha mai nascosto il suo essere intimorita dall’idea di vedersi come sposa. “Quando Maria Grazia Chiuri mi ha detto ‘voglio disegnarti l’abito da sposa’ ho provato imbarazzo: non mi considero una sposa”, aveva spiegato su Instagram. Eppure alla fine, la Murgia nel giardino della nuova casa romana allestito e decorato per le nozze, ha indossato il suo personalizzato abito nuziale. “God save the Queer”, questa la frase ricamata con perline rosse sull’abito della scrittrice. La stessa frase, inoltre, era anche sulle magliette degli altri “sposi” ispirate alla copertina punk dei Sex pistols col volto della scrittrice al posto di quello della regina. Infatti, quando la stilista Maria Grazia Chiuri – che quest’anno ha già firmato i dibattuti abiti di Chiara Ferragni a Sanremo – si è offerta di disegnarle l’abito nuziale, l’autrice di Tre Ciotole ha risposto: “Vorrei rendere politico il nostro vissuto per mostrare che abbiamo trovato un altro modo per stare insieme, un modo che il governo vorrebbe ridurre a stranezza sociale da perseguitare e invece è già la vita normale di tante persone”. Così, una volta arrivati i bozzetti dell’intera mini-collezione familiare per la scrittrice erano perfetti e si “sposavano” adeguatamente con lo spirito queer della sua famiglia. Infatti, non soltanto l’abito della Murgia è stato pensato come un vestito-manifesto, ma anche l’intera collezione costituita: “solo di pezzi intercambiabili, no gender, tra i quali ciascuno ha scelto la combinazione che meglio esprimeva la sua identità”. Anche la scelta del colore è significativa dal momento che si è optato per il bianco, ma un bianco che “de-sacralizza il colore nuziale, che cambia significato” diventando, quindi, un bianco simbolo della “sintesi additiva di tutti i colori dello spettro”, “un bianco inclusivo”.

L’anello del figlio

Anche la scelta delle fedi è stata una sorpresa; infatti, si è optato per fare portare al dito a tutta la famiglia un anello matrimoniale. Non un anello tradizionale, ma uno chevalier di resina che l’autrice ha spiegato non essere “scimmiottature delle fedi”. Proprio a pochi giorni dal non-matrimonio, la Murgia aveva condiviso con i suoi follower una foto molto importante: “Questa è la mano di uno dei miei figli” - aveva scritto – “All’anulare indossa una fede matrimoniale, perché è sposato. Al mignolo indossa invece uno chevalier di resina che imita la madreperla e riproduce una raganella. Lo possediamo tutt3. È il nostro anello familiare […] esprime la queerness della nostra esperienza familiare allargata”. La rana in rilievo, ha spiegato l'autrice, “è un animale transizionale, che nella sua vita cambia stato molte volte, ama habitat differenti e li frequenta senza appartenere necessariamente solo a uno.

E che incarna una sola promessa: Cambieremo insieme, liberi”.

ANELLO MURGIA

Commenti