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Carlo III "fa fuori" i Savoia: per loro niente invito all'incoronazione

Manca sempre meno all'incoronazione di re Carlo e della moglie, la regina Camilla. Tra gli assenti, i Savoia e molti altri esponenti della nobiltà

Carlo III "fa fuori" i Savoia: per loro niente invito all'incoronazione
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È sempre più vicino uno degli eventi più attesi dell’anno, l’incoronazione di Carlo d’Inghilterra e della moglie Camilla, che il prossimo 6 maggio, diventeranno ufficialmente il re Carlo III e la regina Camilla della monarchia britannica. Naturalmente – come tutti i grandi eventi su cui sono puntati i riflettori - non sono mai mancate le polemiche. In particolar modo, negli ultimi giorni a far parecchio discutere è l’assenza di molti nobili che re Carlo ha deciso di non invitare alla cerimonia nell’Abbazia di Westminster. Al loro posto, infatti, saranno presenti centinaia di rappresentanti della società civile che, tra tutti, si sono distinti per servizio pubblico e attività di beneficienza. Anche esponenti di casa Savoia - come Emanuele Filiberto e Aimone d’Aosta - non hanno ricevuto l’invito e quindi, non figurano tra i duemila invitati del grande evento che, comunque, sono meno rispetto agli ottomila presenti per l’incoronazione di Elisabetta II, risalente al 1953.

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I grandi assenti

Casa Savoia non sarebbe l’unica ad essere stata “fatta fuori” dai reali d’Inghilterra; anche altri esponenti della nobiltà sono stati esclusi dal grande evento. Molti tra loro, infatti, hanno espresso la loro opinione (e rabbia) a riguardo. Il duca di Rutland - uno tra i 24 duchi non-reali che non sono stati invitati – nei giorni scorsi ha tuonato: “Sono famiglie come la mia che hanno sostenuto la monarchia suppergiù per 1000 anni”. Anche il finanziere Ben Goldsmith, il nipote del marchese di Londonderry ha fatto conoscere il suo disappunto sostenendo che Carlo stia rischiando di arrendersi a “babbei e nullità”.

L’esclusione di Lady Pamela Hicks

Forse l’assenza più clamorosa è quella di Lady Pamela Hicks, la figlia di Lord Mountbatten, proprio lo zio di Filippo che aveva organizzato il matrimonio tra sua nipote ed Elisabetta. La dinastia dei Mountbatten è quella più intrecciata a quella reale: il padre di Lady Pamela, infatti, era stato per anni il mentore di Filippo e poi di Carlo tanto che alla morte di Lord Mountbatten ai funerali presero parte sia la regina Elisabetta che Carlo. Ma non è finita qui; la stessa Lady Pamela era stata damigella d’onore alle nozze tra Filippo ed Elisabetta risalente al 1947. Inoltre, qualora fosse stata invitata sarebbe stata una delle poche a presenziare a tre incoronazioni (la prima quella di Giorgio Vi nel 1937, la seconda quella di Elisabetta nel 1953 e ipoteticamente la terza, quella di Carlo). Tuttavia, proprio nel giorno del suo 94esimo compleanno, Lady Pamela è stata avvisata, con una telefonata arrivata direttamente da Buckingham Palace, del fatto che la sua presenza non fosse gradita. A rendere noto l’accaduto è stata la figlia, India Hicks (peraltro di cui Carlo è stato padrino di battesimo) direttamente su Instagram: “Uno dei segretari personali del re ha riferito questo messaggio da parte del re. Hanno spiegato che questa incoronazione sarà molto diversa da quella della regina. Il re manifestava il suo grande amore e le sue scuse, per il fatto di offendere tante famiglie e amici con una lista ridotta”. Lady Pamela, stando a quanto riferito dalla figlia, non ci sarebbe rimasta male, ma al contrario, avrebbe commentato: “Che cosa molto, molto sensata. Seguirò con grande interesse gli eventi di questo nuovo regno”.

Gli “imprevedibili” presenti all’incoronazione

Per “soccombere” all’assenza dei tanti reali, re Carlo ha deciso di invitare molti esponenti della società civile: 200 giovani impegnati nella beneficenza, 200 giovani scelti fra Scout e servizio civile, 450 persone onorate con la medaglia dell’impero britannico e, addirittura, cuochi e pompieri in pensione. Tra i presenti, anche "il ragazzo della tenda", un bimbo che ha dormito per tre anni in una tenda nel suo giardino raccogliendo 700.000 sterline a favore di un ospizio locale. Inoltre, anche una poliziotta che ha attraversato a remi da sola l’Oceano Atlantico con il fine di scuotere le coscienze dinanzi all’inquinamento dei mari.

Infine, anche i proprietari di un caffè per bikers che durante la pandemia hanno trasformato il loro locale in un servizio di consegne.

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