Lino Guanciale torna stasera con la seconda puntata della terza stgione de Il commissario Ricciardi, il personaggio nato dalla penna di Maurizio de Giovanni che negli anni è diventato uno dei volti più amati della fiction italiana. Con il suo sguardo intenso e quel modo misurato di portare in scena le emozioni, Guanciale ha conquistato un pubblico ampio e trasversale, ma dietro la notorietà resta un uomo che ha costruito il proprio percorso con disciplina, studio e una buona dose di scelte controcorrente.
Nato ad Avezzano, il 21 maggio 1979, figlio di un medico e di un’insegnante, Guanciale non è stato affatto un “bambino prodigio del teatro”. La recitazione entra nella sua vita per caso, prima grazie a una maestra delle elementari, poi grazie a un laboratorio scolastico che gli offre un luogo sicuro dove sentirsi se stesso. In quegli stessi anni, però, la sua strada sembrava un’altra: quella del rugby, sport in cui eccelle fino a vestire la maglia delle nazionali giovanili Under 16 e Under 19.
Ma quando arriva il momento di scegliere chi diventare, Guanciale sorprende tutti. Supera il test di Medicina, inizia l’università, ma capisce che la sua vocazione è altrove. Abbandona Lettere, si iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e nel 2003 si diploma iniziando un percorso che cambierà la sua vita.
Gli anni del teatro e la guida di Gigi Proietti
È Gigi Proietti a dirigere Guanciale dopo il diploma, scegliendolo per Romeo e Giulietta, spettacolo inaugurale del Silvano Toti Globe Theatre. È l’inizio di un lungo apprendistato di qualità: anni di palcoscenico lavorando con maestri come Luca Ronconi, Michele Placido, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio. Il teatro rimane la sua casa, il posto in cui torna sempre per ritrovare l’essenza del mestiere, lontano dagli eccessi della popolarità televisiva.
La tv arriva dopo, e non per caso
Il successo sul piccolo schermo arriva nel 2013 con Che Dio ci aiuti 2 e da lì Guanciale non si ferma più: La dama velata, Non dirlo al mio capo, L’Allieva, La Porta Rossa, Noi, Sopravvissuti, Il Conte di Montecristo. Ma Ricciardi è un’altra cosa. Un personaggio che richiede misura, dolore, introspezione. Un uomo che “vede” i morti e ascolta le loro ultime parole, un ruolo che solo un attore abituato ai silenzi del teatro poteva rendere così credibile.
L’amore discreto con Antonella Liuzzi
Quanto alla vita privata, Guanciale è sempre stato molto riservato e lontano dai gossip. Il 18 luglio 2020 ha sposato la sua compagna Antonella Liuzzi, conosciuta due anni prima. Figlia del senatore Piero Liuzzi, Antonella lavora alla Bocconi di Milano e rappresenta quella dimensione stabile e protetta che l’attore difende con cura. Nel 2021 è nato il loro primo figlio, Pietro. Una famiglia che Guanciale definisce “un porto”, un equilibrio che ha scelto di vivere lontano dai riflettori. Prima del matrimonio, l’attore aveva avuto una lunga relazione con l’attrice Antonietta Bello, conclusa in modo pacifico e riservato, com’è nello stile di entrambi.
Il terremoto dell’Aquila
Il 6 aprile 2009 Guanciale è ad Avezzano quando, alle 3:32, la scossa devasta L’Aquila. Ricorda di aver sognato un treno che traballava e, al risveglio, di aver trovato la libreria che gli stava cadendo addosso. Quell’esperienza lo segna profondamente. Nel 2019 conduce per Rai2 il documentario L’Aquila 3:32 – La generazione dimenticata, uno dei lavori più intensi della sua carriera.
L’impegno per i rifugiati
Da anni Guanciale è testimonial UNHCR, partecipando a campagne e missioni sul campo: Libano nel 2017, Etiopia nel 2019. Un impegno che vive con naturalezza, senza enfasi, convinto che la popolarità debba sempre essere usata per qualcosa che vada oltre se stessi.
Una maturità artistica consolidata
Premio Flaiano 2015, Nastro d’Argento 2018, Premio Ubu 2018: la carriera di Guanciale è punteggiata di riconoscimenti che testimoniano la stima della critica. Ma il suo successo più grande resta forse la capacità di tenere insieme due mondi: quello del teatro d’autore e quello della grande fiction popolare.
Ricciardi e la forza della continuità
Con la nuova stagione de Il commissario Ricciardi, Lino Guanciale conferma ciò che molti pensano da tempo: è un attore solido, credibile, capace di profondità e leggerezza.
Un uomo che ha scelto la strada più difficile, quella dello studio e della coerenza, e che oggi vive la fama senza esserne travolto. Accanto a lui, una famiglia che lo sostiene lontano dal clamore: Antonella, Pietro, una quotidianità che non ha bisogno di palcoscenici.