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Melissa Satta insultata: giusto denunciare, ma basta col vittimismo acchiappa-like

Melissa Satta ha parlato di "sessismo" e "bullismo" per descrivere gli insulti ricevuti: ecco perché la smania di mandare "messaggi" sta degenerando

Melissa Satta insultata: giusto denunciare, ma basta col vittimismo acchiappa-like

"Bullismo" e "sessismo". Con queste parole Melissa Satta ha bollato gli insulti ricevuti in chat da quando è stato reso noto che fa coppia fissa con Matteo Berrettini. Viene accusata di essere la causa del momento negativo, sportivamente parlando, del suo compagno ed è comprensibile il dispiacere davanti alle volgarità ricevute. Meno, però, lo è la necessità di voler per forza trasformare questa vicenda in un "messaggio" o in pretesto acchiappa-like, utilizzando argomenti "social addicted" che fanno sempre presa sul pubblico.

"È da un po' di mesi che ricevo messaggi di insulti che definisco di bullismo e anche di sessismo, due temi molto importanti e ai quali sono molto sensibile. È un messaggio che voglio lanciare per le tante ragazze che vivono ogni giorno situazioni del genere", dice l'ex velina in un video affranto che è stato pubblicato nel suo profilo social e che, ovviamente, ha fatto incetta di condivisioni e di like. Melissa Satta è innegabile sia in una posizione privilegiata che le permette di avere grande eco mediatica sul suo caso, cosa che non hanno le "comuni mortali". Ma questo non significa che il suo caso personale debba per forza essere trasformato in un messaggio, perché non ne esistono i presupposti.

"Io vengo attaccata per la mia storia personale, per la storia sentimentale che sto vivendo, ma ci sono tante ragazze che ogni giorno vengono bullizzate per tantissimi altri motivi. Penso che nel 2023 non debba più esistere né questo tipo di bullismo né questo tipo di sessismo", dice la showgirl, spiegando perché quel video vorrebbe essere un messaggio. Ma ammantare ogni tipo di questione personale dal risvolto sociale non solo non è utile ma, soprattutto, fa perdere vigore a quelli che sono i veri messaggi. Quello che si sta riversando su Melissa Satta non è bullismo: è ignoranza ed è violenza, esecrabile e condannabile sotto ogni punto di vista. E fa bene la showgirl a denunciare pubblicamente una situazione che le crea un disagio emotivo. Ma si sarebbe dovuta fermare a questo, senza tentare di farsi paladina di qualcosa che nel suo caso appare come una forzatura. E lo sa bene chi ha subito, o subisce, il vero bullismo.

Ed è fuori luogo anche la virata sul "sessismo", che non è in alcun modo attinente alla sua storia. "In questi giorni vengo accusata di non so che cosa, forse di essere donna? Veramente nel 2023 dobbiamo puntare il dito contro una donna perché il proprio compagno vive un momento un po' più difficile nel proprio lavoro? E se fosse stata la donna a vivere un momento lavorativo difficile l'uomo sarebbe stato colpevolizzato in questa maniera?", scrive ancora Satta. E la risposta è sì perché nel mondo dello sport non viene fatta questa distinzione. Ci sono numerosi esempi in tal senso, perché i tifosi cercano sempre di trovare giustificazioni ai fallimenti dei loro idoli, che siano uomini o che siano donne. Il "sessismo" è ben altro ed è stucchevole vederlo speso con questa leggerezza. Denuncia la violenza, Melissa, alza la voce e grida il tuo disgusto davanti agli insulti e alle accuse: è un tuo diritto e non tirarti indietro.

Ma non cercare a tutti i costi di trasformare il tutto in un messaggio sociale.

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