
La morte di Pippo Baudo ha portato tristezza nel mondo dello spettacolo italiano: i tanti messaggi da parte di colleghi e ammiratori dimostrano il peso che il conduttore ha avuto nella storia della tv italiana. Un peso e un successo che è andato di pari passo con il Festival di Sanremo, la kermesse canora di cui Baudo, negli anni, è diventato il volto e il simbolo. Conduttore per ben tredici edizioni del Festival della canzone italiana, vero e proprio record-man sul palco del teatro Ariston, Pippo Baudo ha instaurato con Sanremo una storia d'amore longeva e spesso caratterizzata da non pochi imprevisti. Una relazione fatta di professionalità e passione che rappresenta, senza che nessuno possa metterlo il dubbio, una pagina importantissima della storia della tv italiana. Per capire il peso che Baudo ha avuto nella storia di Sanremo, basti pensare che la struttura in cinque serate fu una sua idea, come al suo ingegno si deve la sigla Perché Sanremo è Sanremo.
L'esordio di Pippo Baudo a Sanremo avviene al festival del 1968. Il festival di Sanremo di quell'anno si svolse al Casinò di Sanremo e rappresentava una novità: fu infatti l'edizione in cui venne sancito che ogni interprete poteva esibirsi con un solo brano. La canzone che ne uscì vittoriosa fu Canzone per te dell'accoppiata Sergio Endrigo e Roberto Carlos. Di questa edizione rimane memorabile l'interruzione di Baudo nei confronti di Louis Armstrong. Il trombettista, infatti, era convinto di dover fare un suo mini-concerto, forse anche per giustificare l'immenso cachet che aveva ricevuto. Ma la sua esibizione si scontrava coi tempi televisivi che, seppur non serrati come quelli degli ultimi anni, richiedevano dei blocchi precisi. Pippo Baudo, dimostrando già la sua capacità di tenere un palco tanto importante con sagacia e ironia, salì sul palcoscenico e, scuotendo un fazzoletto bianco per chiedere la resa.
Nel suo secondo Festival di Sanremo, quello del 1984, Pippo Baudo tornò all'Ariston pronto ad affrontare una nuova sfida. Il festival fu di per sé un successo e portò alla vittoria Al Bano e Romina Power con Ci sarà ed ebbe anche il merito di lanciare la carriera di Eros Ramazzotti che vinse tra le nuove proposte con il brano Terra Promessa. Nelle sue conduzioni di Sanremo Pippo Baudo ebbe il merito di lanciare grandissimi nomi della musica italiana: oltre al già citato Ramazzotti, anche artiste come Laura Pausini e Giorgia hanno mosso i loro primi passi sotto la guida di Baudo a Sanremo. Il 1984, però, fu anche l'anno dei Queen a Sanremo: il gruppo guidato da Freddy Mercury avrebbe dovuto catare Radio Ga Ga. La produzione richieste il playback, ma Freddy Mercury decise di cantare con il microfono lontano dalle labbra, proprio per svelare l'imbroglio.
Pippo Baudo, ancora una volta, riuscì a gestire tutto con una certa eleganza, glissando sulla brutta figura e mostrando l'entusiasmo per un gruppo tanto talentuoso come i Queen. L'anno successivo Pippo Baudo tornò alla conduzione e assistette, in parte divertito e in parte sconcertato, alle fan in attesa dei Duran Duran, ospiti di quell'edizione. Tornò nel 1987, nell'edizione in cui trionfò il trio Ruggeri-Morandi-Tozzi con il brano Si può dare di più. Quella di quell'anno fu la prima edizione con l'introduzione dei dati Auditel sugli ascolti e, ad oggi, resta l'edizione più vista nella storia della kermesse canora, arricchita anche da uno storico bis realizzato da Whitney Houston, tra gli ospiti di quell'anno.
Dal 1992 al 1995 Pippo Baudo divenne il volto costante del Festival di Sanremo, di cui nel 1994 divenne anche direttore artistico. Nel 1993 Pippo Baudo scelse Lorella Cuccarini come co-conduttrice e affidò ad Alba Parietti (al suo fianco l'anno prima) la conduzione del Dopofestival, un tema che è tornato in auge proprio in questi giorni, dopo un'intervista di Lorella Cuccarini in cui la showgirl attacca la Parietti. Forse, però, una delle edizioni più famose tra quelle condotte da Pippo Baudo è quella del 1995, quando l'operaio Giuseppe Pagano minacciò di suicidarsi in diretta, gettandosi dalla balconata del Teatro Ariston.
Il terribile gesto fu fermato proprio da Baudo, che salì in galleria e convinse l'uomo a mettersi in salvo, tra gli applausi generali. In molti confutarono la veridicità di quella scena e anni dopo l'uomo ammise di aver inscenato tutto per andare in tv e attirare l'attenzione, ma l'operato di Baudo entrò senza sforzo negli almanacchi della storia della tv. Nel 2002, quando tornò a Sanremo dopo una pausa di sei anni, Pippo Baudo riportò all'Ariston anche Roberto Benigni, che mancava da diciannove anni e che venne accusato di faziosità politica. Dopo le conduzioni del 2003 e del 2007, Pippo Baudo tornò per l'ultima volta al Festival di Sanremo come conduttore.
A trionfare, quell'anno, fu Colpo di fulmine, il brano eseguito da Giò di Tonno e Lola Ponce, già reduci dal successo teatrale di Notre Dame de Paris. Quell'edizione registrò ascolti poco lusinghieri, soprattutto per la carriera di Baudo all'interno dell'Ariston. Tra gli altri eventi che hanno cadenzato le sue tredici conduzioni rimarrà indimenticabile il bacio a Sharon Stone, oppure la festa organizzata per Elton John, senza che il cantante si presentasse a Sanremo, a causa di un accordo economico che non venne raggiunto, nonostante le tante telefonate fatte dallo stesso conduttore.
Fu Baudo, ancora, ad annunciare la morte di Claudio Villa nel 1987, fu lui a "domare" il disturbatore Mario Appignati, che dal palco urlò che il festival era truccato. Il lascito di Pippo Baudo è così immenso che sarebbe impossibile registrare ogni dettaglio e ogni decisione presa, al punto da diventare uno standard per la conduzione, a cui ha fatto riferimento Carlo Conti nell'ultimo Festival di Sanremo, quando ha affermato che "ci ha insegnato Pippo Baudo a farlo.
" Pur senza indossare i panni del conduttore e/o del direttore artistico, Pippo Baudo tornò sul palco dell'Ariston nel 2018, con una rosa bianca sull'abito elegante e sulle labbra la sua "lettera a Sanremo", in cui seguì le tappe di questa lunga storia d'amore a cui nemmeno la morte riuscirà a mettere la parola fine.