Pillole reali

Scettri, cerimoniale e giuramenti: guida all’incoronazione di Re Carlo III

I momenti più importanti della cerimonia del prossimo 6 maggio, i protagonisti e le novità introdotte da re Carlo III

Scettri, cerimoniale e giuramenti: guida all’incoronazione di Re Carlo III
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Tra poche ore Re Carlo III verrà incoronato nell’Abbazia di Westminster. Il rito, che durerà circa un’ora e mezza, farà rivivere le antiche tradizioni della monarchia inglese e, nello stesso tempo, le innoverà per consegnarle ai futuri sovrani. Un ruolo speciale verrà affidato a tre donne di colore e al principe William.

The King’s Procession

Re Carlo III e la Regina consorte Camilla viaggeranno sulla Diamond Jubilee State Coach da Buckingham Palace verso l’Abbazia di Westminster, scortati dalla principessa Anna nel ruolo di Gold Stick in Waiting, dal Sovereign’s Escort e della Household Cavalry. Attraverseranno il Mall, l’Admiralty Arch fino a Trafalgar Square, per poi giungere a Whitehall e Parliament Street, passare per Parliament Square e Broad Sanctuary fino ad arrivare alla Great West Door dell’Abbazia di Westminster verso le 11 del mattino (ora locale). Il tragitto è di 1,3 miglia (2,1 chilometri), più breve di quello che fece la regina Elisabetta nel 1953. La defunta sovrana, infatti, passò per il Victoria Embankment, costeggiando la riva Nord del Tamigi, per un totale di 1,6 miglia (2,6 chilometri).

A Westminster Abbey

I sovrani, seguiti dai paggi, tra cui spiccano il principe George e i nipoti di Camilla, faranno il loro ingresso con le insegne regali nell’Abbazia, sotto gli occhi dei 2mila ospiti. Carlo indosserà la divisa della Royal Navy, Camilla l’abito di Bruce Oldfield e la Corona della regina Mary. La cerimonia procederà al ritmo delle 12 musiche selezionate dal monarca, tra cui spiccano quella di Andrew Lloyd Webber e le melodie greco-ortodosse in omaggio alle origini del principe Filippo. Carlo siederà sulla Coronation Chair (o St. Edward’s Chair, voluta da Edoardo I nel 1296 per contenere la Pietra del Destino) al momento dell’incoronazione. I reali però, useranno anche le Chairs of Estate e le Throne Chairs provenienti dalla Royal Collection e restaurate per l’occasione. Le Chairs of Estate, realizzate per l’incoronazione della regina Elisabetta, nel 1953, sono parte integrante della fase iniziale della cerimonia e dell’incoronazione della Regina consorte. The Throne Chairs, create per l’incoronazione di Re Giorgio VI nel 1937, compaiono durante l’intronizzazione e l’omaggio ai nuovi sovrani.

Scettro e Corona

Durante il momento centrale del rito Carlo III prenderà lo scettro di Sant’Edoardo con la mano destra (che verrà coperta dal Coronation Glove, o Coronation Gauntlet, cioè dal guanto di pelle bianca con gli emblemi nazionali) e lo “Scettro della Colomba”, con la mano sinistra. I due gioielli sono stati realizzati per l’incoronazione di Carlo II nel 1661 e rappresentano, rispettivamente, il potere temporale e quello spirituale. L’Arcivescovo porrà sul capo del Re la Corona di Sant’Edoardo, creata per Carlo II nel 1661. Alla fine della cerimonia Carlo continuerà a tenere con la mano destra lo scettro di Sant’Edoardo e prenderà con la sinistra il Sovereign’s Orb, consegnato dall’Arcivescovo di Canterbury, che simboleggia il ruolo di Difensore della fede assunto dal nuovo re. All’uscita dall’Abbazia e per il saluto dal balcone di Buckingham Palace il monarca indosserà, invece, la Imperial State Crown.

Gli abiti e la spada

Sua Maestà riutilizzerà gli abiti cerimoniali già portati dai suoi predecessori. Entrerà nell’Abbazia portando la Robe of State (o Parliament Robe, indossata da Giorgio VI durante l’incoronazione del 1937) di velluto cremisi. Camilla porterà, invece, la Robe of State di Elisabetta II. Dopo l’unzione Carlo III indosserà il Colobium Sindonis e la Supertunica. Il primo è l’emblema della purezza di fronte a Dio, realizzato per la cerimonia di Giorgio VI. La seconda è stata creata per l’incoronazione di Giorgio V nel 1911. Sopra alla Supertunica Carlo avrà anche il privilegio di mettere la Robe Royal (o Imperial Mantle) e la Stole Royal, ovvero il mantello dorato realizzato per l’incoronazione di re Giorgio IV nel 1821 e la fascia stretta di seta d’oro creata per la regina Elisabetta nel 1953. La Stole Royal è impreziosita dai ricami dei simboli religiosi, del Commonwealth e della nazione. La King’s Sword Belt (o Coronation Girdle), altro accessorio usato da Giorgio VI, verrà sistemata in vita, sopra la Supertunica del Re. Dopo l’unzione l’Arcivescovo benedirà e offrirà a Carlo la Sword of Offering, la spada di diamanti, turchesi, zaffiri, rubini e smeraldi, emblema del ruolo del sovrano, il quale deve essere in grado di discernere il bene dal male. La spada, voluta da Giorgio IV, sarà in seguito posta sull’altare. Alla fine della cerimonia il Re toglierà la Robe Royal e la Stole Royal per indossare l’Imperial Robe (o Robe of Estate) di velluto porpora, portata da Giorgio VI, mentre la Regina consorte vestirà la Robe of Estate realizzata dalla Royal School of Needlework.

“L’omaggio del sangue reale”

Come il principe Filippo 70 anni fa, durante l’incoronazione di Elisabetta II, anche il principe William porterà il suo omaggio al nuovo sovrano. Si inginocchierà di fronte a lui e pronuncerà queste parole: “Io, William, principe del Galles, ti giuro la mia fedeltà, lealtà e dedizione e ti servirò come fedele vassallo. Dunque aiutami Dio”. Questo giuramento è conosciuto come “L’omaggio del sangue reale”. Nel 1953 il principe Filippo promise anche di essere “servitore sulla Terra” della regina Elisabetta, ma sembra che Carlo III abbia eliminato questo passaggio, giudicandolo superfluo, non in linea con i tempi.

“Il Coro di milioni di voci”

Durante l’incoronazione l’Arcivescovo di Canterbury si rivolgerà ai presenti nell’Abbazia e a tutti quelli che stanno guardando la cerimonia, anche attraverso la televisione dai maxischermi in strada, invitandoli a giurare fedeltà al nuovo Re. “Tutti coloro che lo desiderano, nell’Abbazia e altrove, dicano insieme: giuro vera fedeltà a Vostra Maestà, ai vostri eredi e successori secondo la legge. E che Dio mi aiuti”. Il “Coro di milioni di voci” è una novità introdotta da Buckingham Palace. In passato, infatti, solo l’aristocrazia britannica era tenuta a compiere questo giuramento. Inutile dire che il gruppo antimonarchico “Republic”, che promette manifestazioni contro Carlo III il prossimo 6 maggio, ha protestato contro l’iniziativa. Il suo leader, Graham Smith, ha puntualizzato: “In una democrazia è il capo di Stato che dovrebbe giurare fedeltà al popolo, non il contrario”.

Una cerimonia multietnica

I giornali hanno sottolineato più volte il carattere multietnico e inclusivo dell’incoronazione di Re Carlo III. A Westminster Abbey vedremo non solo i rappresentati di diverse religioni, ma anche tre donne di colore che avranno un ruolo centrale. La baronessa Floella Benjamin consegnerà al sovrano lo Scettro con la Colomba. Dame Elizabeth Anionwu, ex infermiera, porgerà a Carlo l’orbe del potere temporale. La baronessa Valerie Amos, prima donna di colore a essere insignita con l’onorificenza dell’Ordine della Giarrettiera, compirà l’Atto di Riconoscimento di fronte alla congregazione insieme all’Arcivescovo di Canterbury. Floella Benjamin è un personaggio molto interessante: di origini caraibiche, ha lavorato per la Bbc, dal 2010 è membro della Camera dei Lord e da anni è impegnata nella lotta contro il razzismo.

The Coronation Procession

Dopo il rito Carlo III e Camilla torneranno a Buckingham Palace viaggiando sulla scomoda Gold State Coach, costruita nel 1762, scortati dalle Forze Armate provenienti da tutto il Commonwealth e, di nuovo, dalla principessa Anna. Una volta arrivati a Palazzo il Re e la Regina saluteranno il popolo dal balcone insieme alla royal family (escluso Harry). Il Comitato dell’Operazione Golden Orb (che ha organizzato la cerimonia) ha stimato che l’incoronazione costerà ai contribuenti 100 milioni di sterline (è un evento di Stato, non privato, dunque non lo pagano i Windsor). Quella della regina Elisabetta costò un milione e mezzo di sterline (ma al cambio di oggi sarebbero circa 50 milioni).

Ma non è una tragedia, visto che l’intero fine settimana di festeggiamenti, tra turismo e souvenir, dovrebbe portare al regno un guadagno di 665 milioni.

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