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"Altro che una maglietta". Mughini smonta l'ipocrisia sinistra su Montesano

Montesano ancora al centro della polemica per la t-shirt della X Mas: Giampiero Mughini contro il revisionismo storico di sinistra

"Altro che una maglietta". Mughini smonta l'ipocrisia sinistra su Montesano

Tiene ancora banco il caso di Enrico Montesano a Ballando con le stelle. L'attore, concorrente dell'edizione in corso del programma di Rai1, è stato allontanato per aver indossato una t-shirt della X Mas durante le prove. Ieri, per altro, era emersa un'indiscrezione da parte di un insider, secondo il quale Montesano sarebbe entrato in sala da ballo con il braccio teso. Circostanza, questa, smentita dalla sua partner nel programma: "Non era un saluto romano, ma un gesto della coreografia". Mentre dai social si punta il dito contro Enrico Montesano, dopo la polemica sollevata da Selvaggia Lucarelli, a due giorni dalla messa in onda della nuova puntata, che non potrà prescindere da questa polemica, Giampiero Mughini ha deciso di esporsi in favore dell'attore.

Il giornalista conosce molto bene le dinamiche le programma, avendovi partecipato, ma è anche un opinionista oggettivo che, in questo caso specifico, ha cercato di rimettere la discussione nella sua giusta dimensione, ridimensionando la polemica e ponendola nella sua cornice storica. L'intervento di Mughini è arrivato nel giorno in cui Montesano, tramite l'Adnkronos, ha rilasciato una lunga intervista in cui si difende, attacca e contestualizza: "Non è vietato mettersi quella maglietta, è in vendita ovunque in tutta Italia, è un gadget storico. Questi simboli sfilano nelle parate, di fronte ai presidenti della Repubblica, da Ciampi e a Napolitano. De che stamo a parlà?".

E di storia parla anche Mughini quando, in un intervento per Dagospia, ricorda a tutti che la storia non può e non dev'essere cancellata dal revisionismo. "Sono caterve i segni, i simboli, le tracce, le evocazioni, i manufatti d’arte, i poster, le foto che marcano il fatto che in Italia è esistito per vent’anni e oltre un regime politico dittatoriale che ha nome fascismo. E come potrebbe essere altrimenti?", spiega il giornalista. Mughini ha ricordato la sua infanzia, vissuta tra il padre che nel suo studio aveva una foto di Benito Mussolini da giovane, essendo stato lui un fascista, e suo nonno che, invece, nel suo studio aveva le immagini di Marx, Engels, Lenin, Gramsci e Stalin. "Tutte le case e tutte le famiglie italiane traboccano di segnali che alludono alla storia del fascismo e dunque dell’antifascismo", spiega ancora Mughini.

Nel suo intervento, inoltre, il giornalista porta l'esempio della "crocifissione" mediatica di Ignazio La Russa che in casa avrebbe alcuni busti scultorei di Benito Mussolini. Mughini pone una domanda provocatoria a quanti, oggi, cercano in ogni modo di cancellare, omettere e "sbianchettare" la storia italiana: "Se il busto fosse quello meraviglioso scolpito dal grande Adolfo Wildt, voi che ne direste e come lo commentereste?". Probabilmente, quelli che oggi fanno la voce grossa contro Montesano, che ieri l'hanno fatta contro La Russa e che vogliono eliminare ogni traccia del fascismo nemmeno sanno cos'è il futurismo e chi fu Adolfo Widt.

E non sanno probabilmente nemmeno chi sia Mario Sironi, di cui Mughini custodisce orgogliosamente un bozzetto preparatorio: "troneggia all’ingresso del mio Muggenheim e vorrei ben vedere che qualcuno su Facebook mi pungesse al riguardo".

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