Il pesce dei Cera: con la qualità non si scherza

nostro inviato a Campagna Lupia (Venezia)

Campagna Lupia, poco più di seimila anime e un solo vero motivo per farvi tappa: il formidabile pesce della famiglia Cera. Tre fratelli: Daniele e Lorena in cucina, Lionello, con sua moglie Simonetta, in sala e cantina. Di generazione in generazione, sono loro ora i titolari dell’Antica Osteria Cera che di antico ha giusto la licenza e il forte legame con il pescato dell’Adriatico, per il resto è un locale di una eleganza moderna, studiata nei dettagli, con una grande sala con un tavolo a tutto coccole in una nicchia, servizi esemplari, belli e funzionali, e una veranda con pavimento in legno e una fontana che richiama la serenità di certi posti giapponesi.
Qui, anche se non vi guarderanno storto se a pranzo vi fermerete per un piatto e via per un appuntamento di lavoro, i più vengono per staccare la spina e godersi una delle migliori cucine di pesce dell’intero Buon Paese. Tra l’altro Campagna Lupia va un po’ cercata nella piatta campagna a sud dell’autostrada Padova-Venezia, uscita Dolo-Mira, direzione Piove di Sacco.
Ho trovato una carta intelligente, che si apre con due menu degustazione, in piena estate, uno di pesce azzurro e un secondo sospeso tra il mondo, la creatività e la tradizione, dove magari il Cicheto veneziano suona come uno dei tanti fritti misti ma che capisci al primo sguardo che è di razza perché chi ha fatto la spesa è andato a cercare non la banalità, tipo quelle ruote di calamari che sembrano dei copertoni, ma i micro-calamaretti che sono poesia allo stato puro, un niente che sta insieme per il violento contatto con l’olio bollente, due morsi e si sciolgono tra lingua e palato.
Quindi la carta, dove si seguono gli stessi sentieri con antipasti freddi e quelli caldi ma anche i classici della laguna come una gagliarda, commovente Granseola alla veneziana. Tra i freddi superbi Gamberoni rossi marinati allo zenzero e i Colori del mare con una precisazione tra parentesi: «scaletta dei nostri crudi». Vero che oltre il crudo c’è la cucina, ma quando un cuoco conosce la materia prima e non solo la sa lavorare ma anche elaborarla il piacere è totale: assaggini di branzino selvaggio, battuta di tonno, sgombro con pomodorini, seppia marinata alla vaniglia, scampi crudi con emulsione al limone...

E poi una maschia, quasi sesso forte, Tecia di cozze e vongole, frutti di mare e bruschetta all’aglio assolutamente scorretta perché nulla di addomesticato, secondo la barbara moda di alleggerire ogni cosa per piacere a tutti gli schizzinosi. Dolci da applausi.
E-mail: paolo.marchi@ilgiornale.it

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