Quando si è incastrati nello stretto e poco stabile scafo di una canoa, magari senza essere esperti lupi di mare, è difficile mantenere la calma scorgendo una pinna nera a qualche decina di metri di distanza. Perché non cè che dire: la pinna nera cera e spuntava a pelo dacqua. Era anche abbastanza grossina per far sembrare la canoa uno stuzzicadenti. Così, con una serie di colpi da far impallidire i fratelloni Abbagnale e persino il capovoga Peppiniello di Capua, un canoista fino a quel momento spensierato, ha raggiunto la riva ed è corso in capitaneria per avvertire della presenza di uno squalo, proprio davanti allimboccatura del porto.
Immediatamente il comandante Attilio Pastorino ha mandato una motovedetta a pattugliare la zona e la «pinna» è stata ben presto individuata. Più o meno sempre lì, dove laveva vista il canoista. Se questo era già un primo indizio che il «proprietario» della pinna non era un pericoloso squalo, i militari della guardia costiera si sono tolti ogni dubbio vedendo oscillare dolcemente la stessa pinna, che si appoggiava sullacqua, quasi ad accarezzarla, un po da una parte un po dallaltra. Quellanimale che caracollava in superficie era un grande e timido quanto inoffensivo pesce luna adagiato a pelo dacqua a pancia in su, per prendersi un po di sole. Tanto che, appena avvicinato dalla vedetta, ha subito scelto di rinunciare alla tintarella e si è inabissato.
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