Per ora è una petizione ma presto potrebbe trasformarsi in un comitato. Cento e più firme perché il Comune di Genova ripensi alla variante la progetto per la riqualificazione di viale Brigate Partigiane dopo i lavori di messa in sicurezza del torrente Bisagno. In particolare i cento firmatari chiedono che venga rivista lopera nella parte in cui si è deciso di realizzare al centro della strada due corsie riservate a bus e taxi con aiuole laterali. Curiosità nella curiosità è che tra i firmatari della petizione indirizzata a Marta Vincenzi cè anche lex primo cittadino genovese Giuseppe Pericu. Ma listanza è comunque sottoscritta da diverse personalità cittadine che chiedono il ripristino della strada in base al progetto originario degli anni 30. Tra i sottoscrittori si ritrovano il direttore de «La Stampa» Giulio Anselmi, lex assessore comunale Luca Borzani, i docenti universitari Andrea DAngelo, Gianni Marongiù, Giunio Luzzatto, Maria Bendetta Spadolini e lex presidente della Porto Antico spa Renato Picco.
«Crediamo che le grandi aiuole che caratterizzano il viale -spiegano i sottoscrittori- rientrino pienamente tra i giardini da difendere come pure la splendida visuale a cannocchiale sul mare tipica di viale Brigate Partgiane, che andrebbe completamente presa con il passaggio, al suo centro, di mezzi pubblici e la conseguente sistemazione di pensiline, gabbiotti per lattesa, segnaletica e semafori. Riteniamo che tale strada, costruita più di cinquanta anni fa, goda anche di un ulteriore vincolo monumentale che non può essere disatteso.
Petizione «anti Marta» per la strada del fascismo
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