da Milano
Pasquale De Vita, presidente dellUnione petrolifera, non è ottimista: i prezzi del greggio si manterranno «più o meno su questi livelli almeno fino al 2010». Dunque lItalia si prepari a saldare a fine anno la bolletta petrolifera più alta degli ultimi 21 anni: oltre 28 miliardi di euro, il 27% in più rispetto al conto già salato del 2005 (22,2 miliardi, che salgono a 38,5 per lintera bolletta energetica).
«Nel giro di due anni - ha spiegato ieri De Vita durante lassemblea dellassociazione - ci siamo trovati a pagare 12 miliardi in più per approvvigionarci dallestero grazie anche alla nostra elevata dipendenza, attorno all84% rispetto a una media europea di circa il 50%». Con il risultato che il peso della bolletta energetica sul Pil è cresciuto dal 2,2% del 2004 al 2,9% dello scorso anno. De Vita ha respinto le accuse rivolte ai petrolieri di aver contribuito a gonfiare i prezzi approfittando dei rincari sui mercati internazionali: oltre a ricordare che «nel 2005 il prezzo di benzina e gasolio è stato più contenuto di quello registrato in Europa», il presidente di Up ha sottolineato come grazie al forte prelievo fiscale che grava sui listini carburanti il settore energetico resti la principale fonte di entrata per le finanze pubbliche. Nel 2005 nelle casse statali sono finiti 36 miliardi, «pari a un paio di robuste manovre finanziarie».
Forte delle previsioni fatte anche dalla Banca dItalia, De Vita si è detto convinto che le quotazioni del greggio resteranno ancora su livelli elevati. «Tenuto conto della situazione di sostanziale bilanciamento tra domanda e offerta, la situazione di mercato resterà nelle mani del venditore fin quando gli investimenti non saranno stati avviati in maniera vigorosa». Il presidente dei petrolieri ha tuttavia puntato il dito contro «la forte dinamica speculativa» presente sui mercati che ha finito per scardinare i meccanismi di domanda e offerta e appesantito i prezzi di 15-20 dollari il barile.
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