Era l'ottobre di 130 anni, quando il 25enne Francesco Pettinaroli, originario del Lago d'Orta, decise di cercar fortuna in città. S'innamorò subito della tipografia e intuì presto che quello sarebbe potuto diventare un lavoro redditizio: nel 1881 nasce, in via San Raffaele, nel cuore del centro meneghino, la prima bottega Pettinaroli. Vendeva carte, biglietti di pregio, oggetti in pelle raffinata. Durerà lì un paio d'anni, prima di trasferirsi in via Santa Radegonda, dov'è rimasta fino al '59 per poi alzare la saracinesca in piazza San Fedele, e qui la troviamo ancora. Oggi, dietro al bancone del negozio, c'è un Francesco Pettinaroli: classe 1961, è il bis-nipote del fondatore della dinastia dei tipografi più conosciuti di Milano.
Il suo negozio, che profuma d'antico e che mantiene molti degli arredi originali, è un'istituzione per molte famiglie meneghine: da generazioni, si va da Pettinaroli per stampare i propri biglietti da visita, gli inviti e, soprattutto, le celebri partecipazioni di nozze.
Oggetti che quando li hai per le mani, riconosci all'istante: carta di qualità, stampa tipografica, fatta ancora secondo il metodo tradizionale della tipografia classica, quella delle macchine semi-manuali e dei caratteri in piombo. «È una stampa che senti al tatto», commenta Pettinaroli. Una forma d'arte, potremmo dire, in tempi in cui di artigiani creativi nella stampa non sono rimasti in molti.
Francesco, che gestisce il negozio insieme al padre Giorgio, non intende rincorrere le novità: c'è un modo di sopravvivere, senza restare anacronistici. E quel modo si chiama qualità. «Se con l'avvento del computer e con la corrispondenza via mail è diminuito per noi molto il lavoro commerciale, specie le grosse commesse dalle banche, rimane vitale il settore più creativo, quello dei biglietti da visita e degli inviti alle nozze. Inoltre, siamo apprezzati e richiesti anche da collezionisti stranieri per le nostre stampe d'epoca: siamo specializzati nelle vedute e nelle piante della nostra città, un modo straordinario per capire com'è cambiata Milano nel corso dei secoli, e abbiamo anche un ampio settore di mappe d'epoca, dal Cinquecento a metà del Settecento, di tutti i Paesi del mondo», racconta Francesco Pettinaroli, l'unico dei fratelli dell'ultima generazione che ha voluto prendere in mano il negozio. Anzi, il «negozietto», come ama dire lui, mentre elenca le piccole botteghe che negli ultimi anni hanno lasciato il suo quartiere per far posto a bar o negozi dei colossi del franchising.
«Ma noi ci difendiamo», commenta. C'è la storia familiare da proteggere - quella di un bisnonno intraprendente e di un nonno e di un padre artigiani capaci e illuminati - e la storia di una bottega che ha sempre puntato sul negozio familiare, dove a distanza di tempo il cliente trova sempre lo stesso educato personale che può seguirlo con passione. Ecco, la passione. «Senza quella non resteremmo in piedi, né lo saremmo restati in passato», ricorda Francesco e narra di quando, sotto i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, il nonno decise di trasferire in tutta fretta l'attività nel Comasco, per non perdere i macchinari e non lasciare senza lavoro gli operai.
Oggi le «bombe» sono altre, sono quelle della computer grafica e della stampa digitale, ma Francesco Pettinaroli è convinto, come lo fu un tempo il suo bisnonno, che la qualità e la serietà pagano.
Ci sono 130 anni di storia a dimostrarlo e da difendere.
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