Più Donna Letizia che lady d’acciaio

Ormai abbandonati i classici tailleur per gonne a trapezio e semplici golfini

Paola Benedini

È stato scritto, da chi capisce poco di moda, che l’ex ministro Letizia Moratti, abbandonati i tailleur, avrebbe adottato il golfino scaldacuore a novantadue fili di cashmere (una bella lotta con Bertinotti), allacciato su un fianco. Si precisa, a confortare a esempio chi fa la ballerina e lo scaldacuore lo usa costantemente (e sarà inorridita alla descrizione), che il golfino in esame è corto corto e si allaccia sotto il seno solitamente con un nodo al centro e serve in via esclusiva a coprire le spalle.
Perciò la candidata a sindaco di Milano mette solo dei semplici golf, al massimo dei twin set (completino di lana sopra e sotto) abbinati a gonne per lo più a trapezio o con qualche fondopiega. È senz’altro il nuovo modo di vestirsi della Moratti, un nuovo look più femminile e aggraziato anche se, a onor del vero, la giacca, Armani, non l’ha inventata per la donna-maschio. Anzi. Piace che Letizia, che tanti definiscono la lady d’acciaio, abbia abbandonato giacca costruita e sottana dritta per un modo di vestire più alla portata della sciura della porta accanto? Piace questa nuova immagine ben lontana da quella della manager?
«Quando è andata al mercato a dare i suoi biglietti da visita l’ho trovata divina – dice Barbara Vitti, storica pr e inventrice del nuovo look di Penati, attuale presidente della Provincia, grazie al quale, si dice, abbia vinto le elezioni - Perché lì era credibile. È una donna intelligente e non ha bisogno di vestirsi da cameriera per centrare l’obiettivo. Per vincere non è richiesto. Sono convinta che abbia fatto male a abbandonare il tailleur: il vestito interpreta chi sei e per fare il sindaco non devi cambiare. L’operaio non chiede un sindaco operaio».
«A dire il vero – ribatte la stilista Lella Curiel - Letizia, che conosco da bambina, l’ho sempre vista molto poliedrica nel suo abbigliamento che ha sempre adattato alle situazioni e alle circostanze. Bastava guardarla mentre pelava patate per centinaia di persone alla comunità di San Patrignano. Comunque, qualunque stilista usi, il suo è un look ordinato che rispecchia ordine interiore, mai fuori posto. Significa educazione e self control e da un’immagine di serietà». Sulla serietà nessuno ha nulla da dire. Klaus Davi il massmediologo più noto in Italia, punta invece il dito sulla foto del manifesto. «Mi infastidisce. Troppo perfetta, troppo patinata. Un politico si umanizza anche attraverso i difetti. Un consiglio? Via qualsiasi gioiello».
I gioielli li ha tolti da un po’. Fa capolino solo qualche piccolo orecchino, sparito anche il filo di perle. Eppure c’è chi la vede molto lady, a esempio lo stilista Lorenzo Riva. «La vestivo prima dei grandi impegni, prima della Rai. Ora è un po’ troppo sarta, mi piacerebbe un look più moderno». Eppure è sparita pure la cotonatura per lasciare il posto a una capigliatura meno rigida e l’ombretto azzurro dagli occhi per un trucco più leggero, appena accennato.

«Schiarirei i capelli e accentuerei la sensualità della bocca perché ha un sorriso molto comunicativo – consiglia Pablo, creatore d’immagine delle dive più note del momento - penso che Bob Krieger abbia fatto un miracolo in quello scatto che vediamo in tutta la città».

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