Unampia delega per reperire nuove risorse economiche dai giochi, potendo agire sia sullampliamento dellofferta che sulla leva fiscale: è leffetto del provvedimento contenuto nellultima manovra economica del Governo, che assegna al direttore generale dellAmministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams) la facoltà, tramite appositi decreti, di emanare tutte le disposizioni in materia di giochi pubblici utili per «assicurare maggiori entrate, potendo tra laltro introdurre nuovi giochi, indire nuove lotterie, anche a estrazione istantanea, adottare nuove modalità di gioco del Lotto, nonché dei giochi numerici a totalizzazione nazionale, variare lassegnazione della percentuale della posta di gioco a montepremi ovvero a vincite in denaro».
E, inoltre, modificare la misura del prelievo erariale unico (relativo alle somme giocate agli apparecchi da intrattenimento come slot machine e videolotterie), «nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita».
Un ambito di potenziale normazione genericamente esteso che non ha mancato di attirare critiche, centrate in particolare sul contrasto tra paventate liberalizzazioni e attuale regime concessorio.
Lo stesso che, peraltro, ha finora retto alle eccezioni più volte sollevate dallUnione europea cui si è riusciti, come ha ribadito nel corso di una recente audizione alle Camere il direttore generale dellAams Raffaele Ferrara, «a far comprendere che la centralità dello Stato non significa limitazione della libertà o creazione di barriere allaccesso. Si è quindi consolidato, a livello comunitario, il principio secondo il quale il sistema delle concessioni non impedisce agli operatori degli altri Paesi di svolgere la propria attività in Italia, sia pure accettando le regole monopolistiche che da noi vigono. Il nostro sistema è stato a tal punto apprezzato che Paesi come Francia e Norvegia considerano quella italiana unesperienza degna di attenzione».
Unesperienza avviata nel 2003, anno in cui lAams ha preso le redini del settore del gioco pubblico, prima contrastando i fenomeni illeciti e poi «rendendo competitivo il sistema legale rispetto a quello illegale», grazie non solo a un più appetibile ritorno economico delle giocate, ma anche, col coinvolgimento degli operatori, agendo sulla leva fiscale.
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