Più utili per Ifi, Elkann alla prova del riassetto

Più utili per Ifi, Elkann alla prova del riassetto

da Milano

Si conclude oggi, con l’assemblea dell’Accomandita presieduta da Gianluigi Gabetti per l’approvazione dei conti 2007, la «tre giorni» del gruppo Agnelli: il commercialista Gianluca Ferrero diventerà socio accomandatario esterno, come lo furono Cesare Romiti, Paolo Cantarella e Gabriele Galateri.
Dopo l’incoronazione del giovane John Elkann, che alla presidenza dell’Ifi ha aggiunto martedì quella dell’Ifil, rendendo operativa la staffetta con Gianluigi Gabetti («il vecchio amico di Gianni Agnelli», come ha titolato Libération), ieri è stata la volta degli azionisti della «cassaforte» di corso Matteotti riunirsi in assise.
L’Ifi, holding attraverso cui la galassia Agnelli controlla l’Ifil, che detiene il 30,45% di Fiat Group, ha chiuso il primo trimestre 2008 con un utile consolidato di 61,5 milioni, ovvero 7,3 milioni in più dello stesso periodo del 2007. A premiare la holding finanziaria sono stati i buoni risultati conseguiti nello stesso arco di tempo dall’Ifil (utile consolidato di gruppo di 93,9 milioni, in crescita del 7,4%) che, scendendo nella catena, ha beneficiato dell’andamento del Lingotto e delle altre partecipate nel trimestre. L’Ifi ha invece peggiorato di 22,9 milioni, rispetto alla fine del 2007, la posizione finanziaria. Le ragioni sono da ricercare nell’acquisizione da gennaio di 2,95 milioni di azioni ordinarie Ifil con un investimento di 16,2 milioni. Al 31 marzo scorso la posizione finanziaria netta della Spa è così risultata negativa per 415,6 milioni.
Resta ora da vedere cosa accadrà in futuro. Se, cioè, la gestione Elkann darà il via concretamente all’accorciamento della catena del gruppo Agnelli, impedito finora sia da ragioni storiche sia da condizioni di mercato instabili. Per non parlare, in proposito, dei costi elevati richiesti per un atto del genere. «Non è un’operazioncella», ha risposto nei giorni scorsi il presidente d’onore dell’Ifil, Gabetti, all’ennesima domanda sul tema. «Certo è - spiega Giulio Baresani Varini, di Banca Mb - che il mercato non apprezza le scatole cinesi e un accorciamento della catena di controllo sarebbe auspicato. Ma è necessario tenere conto, in questo momento, che quando i mercati perdono, a essere danneggiate sono soprattutto le holding».
Intanto la controllata Ifil continuerà fino al 13 novembre a riacquistare azioni proprie con un esborso di 150 milioni. Tra febbraio e maggio sempre l’Ifil ha acquistato 7.603.

200 azioni ordinarie (0,73% della categoria) al costo medio unitario di 5,07 euro e totale di 38,6 milioni, nonché 631mila azioni di risparmio (1,69% della categoria) al costo medio unitario di 4,32 euro e totale di 2,7 milioni. Stock option, infine, per l’ad dell’Ifil, Carlo Sant’Albano (3 milioni di ordinarie a prezzo di mercato di 5,28 euro e di esercizio a 5,29, esercitabili dal maggio 2014) e altri dirigenti.

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