Piazza Affari boccia il risultato delle urne

da Milano

Romano Prodi ha promesso un governo «forte e apprezzato dai mercati», ma - almeno per il momento - Piazza Affari non sembra dare molto credito alle parole del leader dell’Unione. L’instabilità politica mal si coniuga con gli affari, e ben si sapeva. Al tempo stesso, la vittoria del centrosinistra al fotofinish, per appena una manciata di voti, ha già sollevato interrogativi tra gli economisti di Fitch e di Dresdner sulla sostenibilità delle riforme necessarie per continuare nel risanamento dei conti pubblici. Un processo di riequilibrio indispensabile per riportare il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo sotto il 3 per cento. Non a caso, il commissario Ue, Joaquin Almunia, ha posto l’assorbimento dell’eccessivo disavanzo e le riforme come le due priorità che il nuovo governo dovrà subito affrontare. Moody’s, al contrario, appare meno preoccupata. Giunto quando il testa a testa tra i due schieramenti non si era ancora delineato, il «verdetto» tutto sommato eccessivamente euforico di lunedì a Piazza Affari è stato ieri decisamente ridimensionato da un ribasso del 2,18 per cento dello Standard & Poor’s/Mib e da un calo dell’1,85 per cento del Mibtel. Flessioni nette su cui ha pesato il venire meno delle aspettative di una ripresa del risiko bancario, finora frenato dalle incertezze politiche. Da segnalare la tenuta di Mediaset (più 1 per cento): la maggioranza risicata dell’Unione sembra infatti rendere meno probabile la revisione della legge Gasparri.
Bruxelles ha intanto ricordato subito le priorità del futuro governo, che «deve agire rapidamente sia sul piano delle necessarie riforme strutturali sia rispetto alle raccomandazioni del consiglio dei ministri economici europei in merito all’eccessivo deficit».

Fitch ha espresso invece preoccupazione per i nostri conti pubblici, perché l’esito del voto «affievolisce le speranze» di una rapida azione di contenimento della spesa pubblica, mentre Dresdner teme riforme «più popolari che strutturali». Moody’s appare al contrario meno preoccupata: eventuali modifiche del rating italiano veranno solo dopo aver valutato la solidità della coalizione.

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