Pieranunzi e Golubev: un duo all’insegna dell’improvvisazione

Gli esperti lo avevano previsto. Il pianista romano Enrico Pieranunzi, in duo con l’eccellente contrabbassista russo Yuri Golubev, ha ottenuto applausi trionfali alla Palazzina Liberty di Milano per la stagione dell’«Atelier Musicale». Lo aveva detto anche Maurizio Franco, prefatore del concerto, con belle parole che alcuni ritenevano un po’ accentuate ma non lo erano affatto. Ascoltando lo stupendo dialogo di brani improvvisati fra i due, a molti è tornato in mente che nello scorso aprile, durante i concerti del Top Italian Jazz a New York, un critico americano, ammirando Pieranunzi che suonava con Marc Johnson e Paul Motian esclamò: «Fortunati gli italiani, questo pianista è il numero uno al mondo». I cultori del jazz hanno stentato a metabolizzare il superbo tocco classico di Pieranunzi che insegna pianoforte al Conservatorio e che, quando può, interpreta Beethoven e Chopin. È questo, nel Duemila, il ritratto ottimale del solista di jazz. Quanto a Golubev, già componente dei Solisti di Mosca, è da tre anni un felice acquisto del jazz italiano.

È stato meraviglioso seguire i due virtuosi impegnati in estemporaneità assolute, rincorrendosi e gareggiando, adombrando qualche motivo noto in corso d’opera. L’unico tema scritto è stato il bis, The Night Gone By di Pieranunzi. Se l’autore non lo avesse detto, nessuno se ne sarebbe accorto.

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