Di Pietro e gli errori sul Terzo Valico

(...) merita un plauso ed una riflessione. Di Pietro è un uomo politico, a volte anche simpatico, e un Ministro che merita rispetto non solo per la carica istituzionale che ricopre ma perché ha avuto il coraggio di ammettere che la cancellazione, per decreto legge, dei contratti di concessione per la realizzazione del Terzo Valico e di altre linee ferroviarie ad alta velocità, è stato un errore. Capisco che dopo una campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento cosi dura, e sull'onda di una richiesta di «discontinuità» ad ogni costo e le preoccupazioni derivanti dagli atteggiamenti di chiusura della sinistra radicale verso le grandi opere, il governo Prodi abbia fatto delle scelte che si sono rivelate errate. Sbagliare è umano, ammettere i propri errori ricoprendo un carica cosi importante è invece un segno di grande onestà intellettuale e serietà politica.
Nella sua lettera egli ammette che avrebbe potuto mantenere «un ruolo rigido celandosi dietro le granitiche certezze» come nel gennaio scorso, quando ha revocato le concessioni, ma da ex magistrato si è reso conto che, uno scontro giudiziario sarebbe incerto e controproducente perché allungherebbe i tempi di realizzazione e alla fine costerebbe di più dei presunti risparmi ipotizzati.
É doveroso ricordare che il progetto definitivo del Terzo Valico fu pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 agosto 2006 circa un anno fa. É noto che il Tar del Lazio ha accolto le tesi dei concessionari ricorrenti, e che lo stesso ha rinviato la questione alla Corte di Giustizia dell'UE con un quesito: può la legge cancellare per decreto un contratto, e noi aggiungiamo: in barba al sacrosanto diritto di uno dei contraenti ed in barba allo stesso Diritto? Come è noto la Corte europea non si pronuncerà prima di 18/24 mesi. Possiamo permetterci di perdere tanto tempo? Il tempo, per Di Pietro, evidentemente e fortunatamente non è una variabile indipendente.
Egli conclude la sua riflessione con parole che meritano tutto il nostro plauso e rispetto ovvero: «il Governo abbia il coraggio e l'umiltà di rivedere le proprie posizioni revocando le disposizioni contestate». Ma siamo così certi che lo avrà questo coraggio. Lo avranno quegli uomini politici, anche genovesi, che plaudirono al provvedimento di cancellazione delle concessioni affermando ai quattro venti e gonfiandosi il petto che il Governo avrebbe risparmiato un mucchio di soldi ben sapendo che le loro affermazioni erano parole al vento come i fatti stanno dimostrando.
Ma siamo così certi che la sinistra massimalista e i verdi saranno d'accordo nel rinunciare alla, tanto sbandierata discontinuità ed appoggeranno Antonio Di Pietro? Noi vogliamo incitarlo, vogliamo spingerlo ad avere il coraggio di rivedere quelle decisioni così contestate e, siamo certi, le imprese faranno fino in fondo la loro parte. Concordiamo con Lui che questo nuovo patto sarebbe l'unico modo per far ripartire una formidabile occasione di crescita per il Paese per la Liguria e in generale tutte le attività produttive. La riflessione conclusiva riguarda, comunque, tutta la politica sulle grandi opere del Governo Prodi.
Questo è uno dei temi su cui l'Unione è in ritardo a causa di discussioni e risse, oltre ogni ragionevole limite temporale.

Il centro-destra poteva essere accusato di decisionismo e centralizzazione delle decisioni, il centro-sinistra non è riuscito di trovare la sintesi in un modello di sviluppo efficiente che coniughi democrazia e velocità nelle decisioni. Questa è la vera sfida, dal Terzo Valico alla Torino-Lione e così via ma, oggi, questa sfida, appare gia fallita.

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