Roma - Le prime scarpe apestare l’erba di piazza San Giovanni sono quelle di Antonio di Pietro. Alla testa del «popolo viola» per il secondo No B day, manifestazione contro Berlusconi con slogan talmente banali da perdere pure la rima baciata («Berlusconi pezzo di m...», «Berlusconi vaff...») Tonino ha galoppato lungo via Merulana contornato dalle bandiere dell’Italia dei Valori fino al palco dei comizi. Da lui nessuna condanna esplicita dell’attentatore del direttore di Libero Maurizio Belpietro («Il cattivo maestro non sono io, i cattivi maestri sono coloro che vogliono restare impuniti »). Nessun pentimento per le parole dette alla Camera contro il premier («Se c’è una disperazione sociale, la sta creando il governo»), anzi, miracolo della grafica, a piazza San Giovanni i fan violadipietristi gli mostrano saltandogli al collo fogli lilla con stampata la frase gridata tre giorni fa a Montecitorio contro Berlusconi: «Uno spregiudicato illusionista e uno stupratore di democrazia». Tra qualche tempo, chissà, diventerà una canzone, intanto Tonino fa segni di ok ai supporter che gli allungano il gadget con il suo verso: bravi!, sorride a chi lo festeggia perché è il suo compleanno. Conferma che Berlusconi è «un violentatore di democrazia». Si fa scattare centinaia di foto, rigirare come un peluche, finché dal palco una ragazza grida: «Idv, abbassate le bandiere. Questa è la festa del popolo viola!». In effetti quella di ieri, più che una manifestazione del popolo viola, sembrava la sfilata di Di Pietro. A quell’urlo Tonino si rabbuia ma fa cenno agli sbandieratori di ammainare i vessilli autocelebrativi. È questa una questione che tormenta e tormenterà i viola: liberi o con i partiti? La convivenza non pare sempre gioiosa. Alle spalle del leader Idv avanzano cartelli con un linguaggio al cui confronto il dipietrismo è uno Stil Novo: «Un nuovo 25 aprile per liberarsi del nuovo Mussolini. Abbattiamolo »; «Pdl partito dell’amore? Sto ca...». «Berlusconi delinquente non sei il nostro presidente ». «Un nano è una carogna», etc etc. Ci scusiamo con i lettori per il turpiloquio ma il corteo di ieri - eccetto qualche cartellone più ironico - è stato davvero il festival della volgarità. Con un dato politico però interessante: la comparsa nella stessa piazza d’odio di Tony e Nichi, Di Pietro e Vendola, completo scuro tutti e due, entrambi papabili leader di questo movimento di protesta «contro il berlusconismo» e, non è un mistero, desiderosi di scavalcare il Pd per sconfiggere (abbattere) Berluscon i . L ’uomo gadget e il filosofo. Filosofo un po’ miope a dir la verità: parlando del G iornale e di Libero il governatore pugliese dice: «Io li leggo tutte le mattine e a volte non sembrano dei giornali. Sembrano poligoni di tiro. Non sono io ad aver fucilato Boffo. C’è una violenza verbale insopportabile, ma devono accorgersi che c’è violenza nel Paese. Devo accorgersi quando a un’intera generazione gli si dice che non avranno mai il lavoro». Ma i cartelli alle sue spalle, li ha visti «Nikita»? Scortato sotto a una tenda arcobaleno, a tratti l’Obama bianco della sinistra sembra soffocare per la pressione della folla (mentre a dieci metri anche Di Pietro fa il suo comizio) ma continua, più sofisticato dell’avversario di piazza: solidarietà a Maurizio Belpietro perché «la vita degli avversari ci è preziosa e la loro voce ci è indispensabile»: «Io mi batto anche per liberare il dottor Belpietro dalle sue diciamo fobie. Mi batto per liberare Berlusconi » . Di qua ecco invece Tony, meno autocontrollo: «Non è colpa mia se il governo è squallido. L’altro giorno ho esercitato il mio diritto dovere di parlamentare dell’opposizione. Ieri sera mi è stato notificato che inizieranno in parlamento un procedimento disciplinare nei miei confronti per valutare se posso stare o meno in Parlamento ». Il popolo viola applaude di qua e di là. Si vedono anche Ignazio Marino (Pd), Angelo Bonelli dei Verdi e Gennaro Migliore ex Rifondazione. Per Marino ha fatto «un errore» il Pd «a non scendere in piazza». Ma il corteo viola-dipietrista come avrebbe accolto i democratici? Ecco una foto di Bersani che dorme della grossa su un tavolo. Sotto l’avvertenza: «Non facciamo rumore. Il Pd si può svegliare...». L’angolo «buono» della manifestazione: l’intervento di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato simbolo della lotta alla mafia e il messaggio di lotta alla criminalità organizzata. Per il resto, odio a senso unico e cinismo: «L’attentato a Belpietro sta a noi come un incidente ferroviario sta a un’operazione chirurgica - commenta uno dei leader, Gianfranco Mascia - non c’entra niente».
Cinquecentontamila i partecipanti dichiarati dagli organizzatori. Erano 10mila per la questura, ma comunque sia il confronto con lo scorso anno non regge: a dicembre a San Giovanni si brindò agli «oltre un milione in piazza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.