Era ora. Il «Rapporto informativo riservato su Francesco Pazienza», redatto il 15 gennaio 1985 dallallora pm di Bergamo Antonio Di Pietro (di rientro dalloscuro viaggio alle isole Seychelles dove si nascondeva il faccendiere) ha impiegato la bellezza di 25 anni prima di vedere la luce. Seppur «citato» nelle motivazioni della sentenza di primo grado del processo sul crac del Banco Ambrosiano a dimostrazione delle «irrituali indagini» di un allora «sostituto procuratore della Repubblica», il documento non è mai stato messo a disposizione delle parti processuali. Chissà perché. Recentemente sera battuto per averlo lavvocato Gianfranco Lenzini, difensore dei piccoli azionisti dellAmbrosiano, a cui il tribunale di Milano aveva negato ripetutamente la presa visione accampando ogni volta scuse incomprensibili, poi superate dalla denuncia del Giornale sugli archivi giudiziari impenetrabili e inaccessibili. Oggi ne siamo venuti in possesso. E lo pubblichiamo integralmente anche per fare chiarezza sulle troppe versioni fornite, negli anni, dai protagonisti di questo vero e proprio intrigo internazionale. A cominciare dallautore del «rapporto», che forse dovrebbe rivedere certe frettolose dichiarazioni e al contempo spiegare perché svolse indagini in stile 007 sul latitante che mezzo mondo cercava anziché godersi «le ferie di Natale» che fece alle Seychelles a novembre anziché a dicembre. Anche lo stile e i contenuti del rapporto lasciano perplessi. Perché più che a un magistrato - che mai stila «rapporti informativi riservati» su chicchessia - vien da pensare ad altro. Ecco perché torna prepotentemente dattualità la storia di Antonio Di Pietro e della «caccia a Francesco Pazienza» con annesse vicende collaterali di spionaggio internazionale e Servizi deviati, a tuttoggi poco chiare. Nel documento inedito che pubblichiamo sotto è riportata la versione, riservata, di Antonio Di Pietro sulla sua personalissima ricerca del faccendiere.
Tonino annota pedissequamente le confidenze ricevute dal vescovo Paul Felix, che lex pm si preoccupa anche di fotografare, come di nascosto riesce a immortalare (non si capisce come fa) anche il volto della connazionale Annamaria Rossi, amica di Francesco Pazienza «che sono riuscito anche a fotografare con uno stratagemma». Niente male per un pubblico ministero in vacanza al mare con signora.GMC
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