Pinocchio, «bamboccione» troppo amato da Geppetto

Pinocchio, «bamboccione» troppo amato da Geppetto

Per un attore che è stato anche un politico (nel nostro caso l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano nella giunta di Letizia Moratti), la decisione di mettere in scena Pinocchio potrebbe prestarsi a interpretazioni maliziose. «A mio parere tuttavia il burattino inventato da Collodi non è anzitutto un bugiardo, ma una sorta di archetipo della figura del figlio» risponde a caldo Massimiliano Finazzer Flory che, domenica alle 11 sul palco del Dal Verme, terrà una lettura a ingresso libero del più celebre libro italiano per l'infanzia. «Forse “per l'infanzia” è una formula riduttiva, Pinocchio è una favola per adulti, un racconto che si concentra su quello snodo centrale della vicenda umana che è il rapporto tra padri e figli» precisa Finazzer.
Nell’approccio al capolavoro di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, l’attore e performer di origine friulana, ma profondamente impregnato di milanesità, si pone in quell’ottica «filosofica e allo stesso tempo polemica» con cui in passato ha letto altre grandi opere della letteratura. Di filosofico, nel libro che venne pubblicato nel 1883, c’è un continuo interrogarsi su ciò che è giusto e sbagliato, un’inquietudine etica e una tensione universale che «motivano la folgorante definizione di Benedetto Croce, secondo cui il legno nel quale è intagliato Pinocchio è l’umanità».
L'intento polemico consiste invece nel denunciare la crisi nella quale versa oggi la relazione tra padre e figlio, all’interno di un conflitto generazionale molto ampio, che ingloba in fondo anche le recenti controversie sui cosiddetti «bamboccioni».
«La mancanza di autorevolezza dei padri ha per conseguenza la sistematica disobbedienza dei figli: una figura tragica come quella di Geppetto, sulla quale si sofferma a lungo la mia lettura, dovrebbe indurci a ripensare dalle fondamenta le modalità di comunicazione tra queste figure».
Sul palcoscenico del Dal Verme, allestito con «pochi oggetti di kantoriana memoria, tra cui marionette di particolare bellezza», Finazzer leggerà brani tratti soprattutto dai primi e ultimi capitoli del libro. La sua voce, sulla scia della celebre messinscena di Pinocchio firmata nel 1961 da Carmelo Bene, «avrà un andamento polifonico, ma darà anche ai diversi personaggi una marcata caratterizzazione regionale», si alternerà alle coreografie di Michela Lucenti ed Emanuela Serra, e alle musiche di Nino Rota e Fiorenzo Carpi eseguite al pianoforte. Questa lettura scenica diverrà poi uno spettacolo teatrale che verrà presentato a Collodi, in collaborazione con la Fondazione dedicata al grande scrittore toscano, il 26 maggio, giorno del compleanno di Pinocchio. Nel 2013 diventerà una tournée internazionale che comincerà dagli Stati Uniti. Paese ovviamente non è stato scelto a caso. «La Warner Bros.

ha affidato a Tim Burton la realizzazione di un film su Pinocchio che vedrà la luce nel 2013 - svela Finazzer - e la società che produce il nostro spettacolo sta instaurando un rapporto di collaborazione con la major di Hollywood».

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