Pirandello e le ipocrisie molto «sincere»

Pirandello e le ipocrisie molto «sincere»

Si parte con la tragedia farsesca di un uomo che scopre l’infedeltà della moglie quando ormai è troppo tardi (Tutto per bene), si passa attraverso l’umorismo sghembo di un anziano professore che sposa una giovane incinta di un ex allievo per «mungere» lo Stato (Pensaci Giacomino!), e si arriva al nitido paradigma teatrale costruito su un «triangolo» borghese (Il giuoco delle parti). Dal 7 luglio all'Aventino, tornano a brillare sotto la luna le corrosive e umanissime maschere pirandelliane. Maschere nude, pietre angolari della drammaturgia contemporanea utili a scandagliare i vasti raccordi tra finzione e realtà, personaggio e persona, messinscena e gioco.
Per l’undicesima estate, la rassegna «Pirandelliana» ritroverà il suo palcoscenico nel giardino della basilica di Sant’Alessio (fino all’8 agosto), con i testi messi in scena a giorni alterni. Il programma, allestito dalla compagnia «La Bottega delle maschere» con la regia di Marcello Amici, si concentra su tre commedie del munifico scrittore siciliano, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel ’34, che approdò al teatro quasi controvoglia, dopo la stesura di romanzi e novelle scritte su misura per il proscenio.
Copioni che mettono l’accento sui rapporti umani, soprattutto famigliari, in un coacervo di sentimenti (tristezza, viltà, disprezzo, rabbia, rassegnazione, ipocrisia, protervia) che svelano la sfaccettata complessità dell’animo umano. Tutto per bene, commedia in tre atti rappresentata per la prima volta a Milano nel 1920, alza il velo sulla storia di un uomo ferito dalla verità e dalla rassegnazione. Per sedici anni il consigliere di Stato Martino Lori, vedovo inconsolabile e papà abulico, ha ignorato ciò che stava sotto gli occhi di tutti: sua moglie lo tradiva con un superiore e Palma non è davvero sua figlia. In Pensaci Giacomino!, commedia morale e grottesca in cui trionfano spontaneità e un pizzico di follia, un anziano professore di ginnasio, Agostino Toti, sposa una giovane incinta di un suo ex alunno per spillare allo Stato una congrua pensione: quando il ragazzo, stanco del paradossale ménage à trois, decide di rifarsi una vita il professore lo obbliga a ripensarci col fatale ammonimento. Dal 4 all’8 agosto, a grande richiesta, torna Il giuoco delle parti.

La commedia limite in ogni senso tra i canovacci di Luigi Pirandello - assimilabile al Piacere dell’onestà - la cui messa in scena al giardino dell’Aventino sarà legata a un evento benefico: gli incassi delle serate saranno interamente devoluti ai Padri Somaschi per le mense dei poveri e alle Suore Salesiane per un pozzo da scavare nella Missione per bambini di Zway in Etiopia.

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