Pirata della strada senza assicurazione

Tragedia a Torvaianica. Sale sull’auto priva di assicurazione, si lancia a tutta velocità per le strade del paese, investe e uccide un pedone. E fugge, nascondendo la macchina disastrata in un parcheggio. Poco dopo D.M., 23 anni, di Pomezia, viene rintracciato e arrestato. Le accuse? Omicidio colposo aggravato e omissione di soccorso. L’ennesima vittima falciata e abbandonata in mezzo alla strada è Davide Coppa, 39 anni, operaio, residente a poche centinaia di metri dal luogo dell’impatto.
Secondo i carabinieri succede tutto attorno alle 22,45 di venerdì. Davide cammina sul ciglio di via dei Romagnoli, un asse che collega la zona nord della cittadina balneare con quella sud passando per il nuovo parco acquatico. Il 23enne è alla guida di una Fiat Marea, sul parabrezza il tagliando della polizza scaduta da tempo. Sarà stato il buio pesto, la velocità eccessiva (almeno 130 chilometri orari) o chissà cosa, fatto sta che il giovane perde il controllo del mezzo e centra in pieno il pedone. L’impatto è violentissimo, tanto da scaraventare Davide nei campi attorno. Alcuni passanti accorrono ma trovano a terra solo i resti della macchina: un pezzo di paraurti, i vetri di un fanale, la mascherina della ventola. Vengono allertati i soccorsi ma quando arriva l’ambulanza del 118 per Davide non c’è nulla da fare. Secondo il medico legale il 39enne è morto sul colpo.
Arrivano anche i carabinieri del lungomare delle Sirene che avvertono il magistrato e avviano le indagini. In pochi minuti si scatena una caccia all’uomo che va avanti per tutta la notte. Tutte le strade di Torvaianica sono battute una a una, da Campo Ascolano ai confini con Ardea. Si cerca una vecchia Fiat con evidenti segni d’incidente sul lato frontale destro. Prima dell’alba l’auto viene trovata ferma in una piazza. Basta poco agli uomini del nucleo operativo di Pomezia per avere la certezza che è quella giusta. Tracce di sangue sul cofano motore e su quello che resta di un faro, sul paraurti, sul parabrezza e su una ruota. Il proprietario viene bloccato mentre cerca di allontanarsi dalla zona. Sottoposto sia al narcotest che alla prova dell’etilometro il ragazzo risulta negativo a entrambi. Dunque, il fermato è incensurato e sobrio. Ma, allora, perché fuggire?
«Non avevo i soldi per rinnovare la polizza - spiega, in lacrime, durante l’interrogatorio di garanzia in caserma - ecco perché, quando ho capito ciò che era successo, non mi sono nemmeno fermato». La spiegazione non serve a evitargli il carcere: ieri mattina D.M. viene trasferito nel penitenziario di Velletri in attesa della convalida dell’arresto. Distrutti, i familiari del 39enne chiedono giustizia. «Vogliamo il massimo della pena per quel delinquente che ha ucciso Davide».

Appena 48 ore prima un sorvegliato speciale, C.G., 45 anni, ubriaco fradicio, con la sua Mercedes priva di copertura assicurativa aveva investito un’anziana in via Po. Anche lui, dopo qualche ora, è stato trovato e arrestato.

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