Se i cittadini dovranno tirar la cinghia col ritorno della tassa sulla prima casa, la stretta sulle pensioni, l’aumento dell’Irpef, gli enti locali esultano per aver scongiurato altri tagli. Dopo tanti annunci, il consiglio dei ministri di ieri guidato dal neo premier Mario Monti, ha varato la nuova manovra finanziaria. E, come promesso, son lacrime e sangue. Soprattutto per chi le tasse le ha sempre pagate. E continuerà a pagare. Ieri all’ora di pranzo la riunione dei governatori che hanno partecipato alla conferenza Stato-Regioni presieduta dal presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani. All’uscita l’esternazione di un soddisfatto Roberto Formigoni. «Attraverso una lunga discussione - ha spiegato - abbiamo convinto il governo a trovare un’altra strada e quindi abbiamo scongiurato tagli sia sulla sanità sia sul trasporto pubblico locale. Verrà chiesta ai cittadini una partecipazione ulteriore per garantiremo il rispetto dei servizi sanitari e del trasporto pubblico locale». Una discussione lunga, ma alla fine niente sforbiciata da 2,5 miliardi di euro che si sarebbe dovuta abbattere sul Fondo sanitario nazionale da 108 miliardi destinato alle Regioni. Maggiori entrate per il settore dovrebbero arrivare da un intervento sull’Irpef. Mentre per il trasporto pubblico locale, le Regioni sembrano aver spuntato un aumento dell’accisa sui carburanti dello 0,038 per cento con la quale finanziarlo. «Se così le cose saranno - spiega Formigoni -, reputiamo che si sia trovata risposta a due problemi che rischiavano di esplodere, perché sanità e trasporto pubblico locale sono esigenze fondamentali dei cittadini che non potevano essere toccate ulteriormente».
Pronto a commentare anche il presidente della Provincia Guido Podestà. «Senza fraintendimenti - le sue parole - auspico che ognuno fornisca il proprio contributo. Ed è chiaro, dunque, che chi ha di più, deve dare di più». Non solo. «Stiamo vivendo una situazione complessa, da curare, come indicato sia dalla Banca centrale europea che dall’Unione europea, con terapie molto incisive che definirei cure “da cavallo”. Il governo sarà, quindi, costretto a farsi portavoce di una proposta coraggiosa, indubbiamente impopolare, ma necessaria per alzare l’età pensionabile». Pensioni, ma non solo. «Reputo la lotta all’evasione fiscale un altro tema fondamentale. Dovere delle istituzioni è trovare gli strumenti per non scaricare sulle nuove generazioni il peso della crisi».
Aspramente critico, invece, il giudizio sulla manovra del sindaco Giuliano Pisapia. Evidentemente già in campagna elettorale per la sinistra più estrema. «Se sento parlare di maggiori tagli agli enti locali - ha detto ieri - il mio giudizio non può che essere negativo». Le misure che trapelano infatti «guardano solo alla limitazione del debito pubblico». In questo modo «manca un discorso complessivo» che comprenda anche l’aspetto dell’equità sociale, mentre si dà il via a «misure che colpiscono sempre gli stessi». Indenni «i costi della politica».
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