Lacrime e tensione ieri sera nella parrocchia di santa Maria del Rosario, alla veglia per il piccolo Giacomo. Genitori e ragazzini pregano e ricordano «un compagno di classe meraviglioso, sportivo, così solare». Si aspetta il sindaco Giuliano Pisapia che arriva con la moglie e il vicesindaco Maria Grazia Guida. Drammatico il momento in cui una donna gli si fa incontro. «Sindaco, si ricordi le piste ciclabili - gli ricorda senza alcuna intenzione di far polemica, ma solo per liberarsi da un peso che da sabato notte opprime tanti nel quartiere - Quanti bambini dovranno morire ancora prima che ci si accorga di loro?». Pensiero di mamma. Strazio che ancora morde. Preoccupazione per il futuro di chi abita in una strada che cantieri, sosta selvaggia e rotaie rendono troppo pericolosa. Per i grandi, figurarsi per i piccoli. Pisapia è nervoso. «Signora - replica brusco -, lo chieda a quelli che non le hanno fatte finora». Risposta sbagliata. Sbagliata. Ora è il momenti di rassicurare, di spiegare che in futuro non succederà più che un bambino debba morire in bicicletta dopo un pomeriggio passato a giocare alloratorio. «Sì, ma adesso cè lei», gli risponde pronta la signora. Secca, ma dolce. Ancora senza voglia di polemica. Ancora con tanto bisogno di una certezza. Di sapere che a Palazzo Marino cè qualcuno pronto a caricarsi addosso i problemi di una città diventata terribilmente complessa. In cui si può morire anche semplicemente andando in bicicletta. Che importa chi cè stato prima? In via Solari vogliono solo sapere che adesso cè qualcuno che si occuperà di loro. E che non mollerà fino a quando quel far west non sarà domato. E poco importa sapere di chi sono state le colpe in passato. Ora cè il futuro. Perché le donne al futuro pensano. È nei loro cromosomi di mamme, il futuro. Non il passato. Come nei cromosomi non cè il desiderio di attribuire colpe, ma la voglia di un domani senza lacrime.
Poche, ma toccanti righe escono da Palazzo Marino.
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