«Uniti su molti temi» con Terzo polo e «grillini». È sempre più difficile - e sempre più confuso - il disegno della sinistra. Non basta tenere insieme i banchieri e i «ragazzi» dei centri sociali (in realtà spesso vecchi reduci di vecchie lotte, che usano l«antagonismo» come un pretesto per spadroneggiare in città).
Non basta unalleanza da Piero Bassetti ai no-global. No, il prossimo obiettivo della «armata» guidata da Giuliano Pisapia è unintesa con i grillini e il Terzo polo. Ma si può trovare un accordo che tenga insieme Beppe Grillo e i finiani? Chissà, considerate le ultime posizioni di Futuro e Libertà non è neanche difficile, se si tratta di giustizialismo. E il fatto che finiani doc come Fabio Granata - sembra su input dello stesso presidente della Camera - abbiano auspicato unintesa con la sinistra al ballottaggio non fa che confermare la verosimiglianza di questo scenario. Politicamente parlando, insomma, è nelle cose, considerata la deriva a sinistra di Fli.
Ma se poi si deve amministrare Milano? Il solo pensiero fa tremare le vene ai polsi. Gli amici di Beppe Grillo, sotto le insegne del «Movimento Cinque stelle», sono in pista con una loro lista e un loro candidato, il giovanissimo Matteo Calise. Una corsa solitaria «anti-tutti» ma soprattutto anti-Pisapia, una scelta che ha fatto arrabbiare non poco i Radicali di Marco Pannella, perché rischia di portare via allex parlamentare di Rifondazione Comunista diversi punti percentuali. Dallaltra parte cè il Terzo polo, col suo uomo, Manfredi Palmeri, ex Forza Italia e oggi Fli. Con lui quel drappello di ex An usciti dal Pdl per confluire nel movimento finiano (Cristiana Muscardini, Giuseppe Valditara, Barbara Ciabò). Spesso ex missini. Ma soprattutto, nel Nuovo polo, ci sono gli uomini dellUdc. Non sono i cattolici «di sinistra» come Savino Pezzotta, ma anche centristi tuttora formalmente parte della maggioranza che regge Palazzo Marino, come Pasquale Salvatore e Gianni Verga. Impensabile vederli insieme a Rifondazione Comunista e Italia dei Valori, delirante pensare a un accordo con i grillini. Alcuni di loro lo hanno detto e ripetuto, una volta letto programma e curriculum di Pisapia su unioni di fatto, eutanasia e questioni eticamente sensibili. Eppure Pisapia non demorde, e ci riprova: «Né Palmeri né Calise ci ruberanno voti - premette intanto - perché la coalizione che mi appoggia è la più grande che il centrosinistra ha mai avuto dal dopoguerra ad oggi, ed è unita e unitaria».
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