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Piste ciclabili: pedalando per la sicurezza

Oggi una sfilata da Ponte Garibaldi all’Ostiense per chiedere tutela

Una «biciclettata» di protesta, per chiedere misure che mettano al sicuro i ciclisti che, mentre percorrono le piste ciclabili della capitale, troppo spesso si ritrovano vittime di agguati e rapine. I 1400 iscritti dell’associazione «BiciRoma» e tutti i ciclisti romani che vorranno partecipare si riuniranno oggi alle 10 all’imbarco dei battelli di Ponte Garibaldi e percorreranno tutta la pista ciclabile fino al ponte del raccordo su via Ostiense. Il problema della sicurezza sulle piste è emerso dopo l’aggressione del 17 scorso a Luigi Moriccioli, il 62enne ridotto in fin di vita da due romeni che lo hanno malmenato con un palo e poi rapinato, sulla pista ciclabile di Tor di Valle. Secondo il presidente di «BiciRoma» Fausto Bonafaccia «negli ultimi mesi le violenze sono state numerose e ormai noi ciclisti percorriamo un sentiero di guerra». Le misure adottate ieri dal Campidoglio, con l’istituzione di una «task-force» di operatori muniti di fischietto, che sorvegliano le piste su motorini elettrici, non soddisfano l’associazione. «Gli sbandati che vivono sul Tevere - denuncia Bonafaccia - preparano vere e proprie imboscate. C’è chi, a Tor di Quinto, ha trovato steso un filo d’acciaio ma se n’è accorto in tempo ed è scappato. Un’altra trappola è quella di mettere sulla pista vetri o chiodi sotto un panno. E c’è chi non va più in bicicletta, tantomeno con i figli, perché ha paura». Alla pedalata di oggi parteciperanno anche gli esponenti di An Marco Marsilio e Piergiorgio Benvenuti, capigruppo in Campidoglio e alla Provincia, che ritengono la loro adesione «un atto dovuto verso i ciclisti, sempre più sconfortati e impauriti». Il provvedimento adottato ieri dal Comune è giudicato insufficiente anche da Marco Palma, capogruppo di An nel XV municipio, che ironizza: «Gli aggressori non possono essere trattati come storni e la sicurezza non può essere mantenuta a suon di fischietti. Ci vuole un presidio della Polizia municipale su due ruote».
Ieri intanto si è svolta un’altra manifestazione di solidarietà per il ciclista ferito: cinquanta persone hanno raggiunto in bici il San Camillo, dove l’uomo è ricoverato in rianimazione, e hanno consegnato alla moglie Gabriella una lettera in cui esprimono la loro vicinanza. Felice della solidarietà raccolta, la figlia della vittima, Roberta Moriccioli, si augura anche che «la giustizia faccia fino in fondo il suo dovere e che chi si macchia questi reati resti in carcere a lungo».

«Ciò che è accaduto a mio padre - ha concluso Roberta - è incredibile: proprio lui qualche mese fa aveva difeso una donna aggredita vicino a una pista ciclabile. Questo deve servire a potenziare i controlli e a tutelare gli sportivi come mio padre, che voleva solo sentirsi libero di andare in bicicletta nella sua città».

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