Se c'è una pietra miliare nella storia d'Italia è la data del 20 settembre 1870. Sui libri di Storia la si trova alternata con il suo sinonimo: «Breccia di Porta Pia». Non soltanto, in quella occasione, Roma diventava definitivamente italiana, ma altrettanto definitivamente il Papato perdeva il suo potere temporale. E proprio Porta Pia farà da centro propulsivo della «tre giorni» che il Campidoglio dedica ai 140 anni di Roma capitale (dal 18 al 20 settembre). In realtà l'anniversario esatto cadrà soltanto nel febbraio del prossimo anno, ma la data simbolo del nuovo ruolo della Città Eterna nella storia dell'Italia Unita data proprio dalla battaglia di Porta Pia. Ed è così che il Comune di Roma ha pensato di ricordare quella giornata con una kermesse molto particolare: sfilate storiche, dibattiti, concerti, spettacoli e fuochi d'artificio nel breve tratto di strada che collega la Porta al Campidoglio.
Molti artisti, storici, studiosi e uomini di spettacolo sono stati arruolati per l'occasione. Tra essi anche Michele Placido. Il regista e attore farà rivivere insieme con un piccolo gruppo di colleghi del palcoscenico la storia, singolare e commovente a un tempo, della famiglia Cairoli. Una stirpe cui non soltanto Roma ma l'Italia intera deve molto. «E pensare che erano di Pavia, cioè padani» ricorda lo stesso Placido, tornato alla ribalta con il suo Vallanzasca televisivo. Sul palcoscenico che sfrutterà come insolita ma suggestiva (nonché appena rimessa a nuovo) cornice di Porta Pia sfileranno Benedetto e i suoi quattro fratelli. Figlio di Carlo, podestà di Pavia ma anche illustre chirurgo nell'ateneo della stessa città lombarda, Benedetto è il primo di cinque fratelli. Tutti hanno sposato la causa risorgimentale. Benedetto è l'unico sopravvissuto alla gloriosa stagione delle armi. Dopo l'unità d'Italia diventa per ben due volte presidente del Consiglio. «Era una famiglia padana, come la definirebbe oggi Bossi - spiega Placido - eppure fu senz'altro la famiglia che ha pagato il tributo più alto alla causa italiana». La madre dei quattro fratelli Ernesto, Luigi, Enrico e Giovanni (morti tra il 1959 e il 1969) non ha mai voluto accettare ricompense e onorificenze. La sua dignità e il suo amor patrio (è da ricordare che anche il padre di Benedetto Cairoli morì esule) destarono all'alba del nuovo Stato una forte eco.
Per Michele Placido l'equazione è semplice ed efficace: anche i padani hanno strenuamente voluto la nascita dello Stato italiano. «Erano di Pavia, ma non si possono trovare italiani più italiani di loro». E Roma ricorderà la sua nascita «italiana» proprio celebrando il loro sacrificio.
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