Vi credete liberi, credete di poter esprimere davvero delle opinioni, qualcosa che in realtà non sia già inscatolato, prevedibile, sorvegliato dallo stretto relativismo del vostro tempo, qualcosa che trasvoli la galera mentale in cui il conformismo vi rinchiude ogni giorno: ma provate a esprimere unopinione davvero libera, provate a scrivere che il presidente dellIran ha fatto bene a proibire la musica rock, per esempio. Provate a scrivere quanto ha scritto Paolo Isotta sul Corriere di giovedì, laddove confonde la cultura del presidente Ahmadinejad con la sua: e partite dunque dalla Grecia antica, da quel Platone che ebbe a proibire la musica polifonica, soffermatevi sul potere etagogico della melodia che induce a uno stato di trance, ciò che poteva indurre le genti a eccitazione ed effeminatezza, rispolverate lantica legge romana che proibiva lincantesimo inteso come canto, insomma fate un colto e tuttavia ingiustificato excursus per inspessire linesistente percorso culturale di quel presidente che in Iran, forte di una cultura in realtà approssimativa, ha proibito il rock semplicemente perché è promiscuo con lOccidente.
Dopo di che potrete concludere: «A Ahmadinejad servono rivoluzionari e kamikaze veri, non fighetti da discoteca». Da ciò protetti, concludete che il suddetto dal suo punto di vista «ha ragione» e qualificate come «geniale» la sua mossa. Richiamatevi allUlisse delle sirene mentre già sodono, di lontano, quelle dellambulanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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