Vincere un titolo olimpico nel pattinaggio senza volteggiare per quattro volte prima di ricadere sul ghiaccio si può, perché Evan Lysacek, 25 anni, al talento preferisce il cuore: quello che ha messo per strappare la corona dalla testa dello zar Evgeni Plushenko, tornato a pattinare dopo una pausa lunga quasi un quadriennio per bissare il titolo vinto a Torino nel 2006.
Lo statunitense Lysacek vince e beffa per un soffio (un punto e mezzo in classifica) Plushenko: il russo nel suo tango appassionato ha flirtato con le telecamere, tra mosse accattivanti e baci. Naturalmente ha saltato il suo quadruplo, seguito da un triplo tolup, ma senza riuscire a chiudere il doppio loop della combinazione. Un totale di 11 salti da brividi. «Alla fine del mio programma ero convinto di aver vinto, ma a Evan serviva più che a me questa medaglia. Io l’ho già vinta» il commento di un irritato Plushenko a fine gara, prima di passare all’attacco della giuria: «Non sono disponibile a pattinare bene e poi a perdere, il sistema di valutazione va cambiato. Questo è pattinaggio maschile individuale, non di coppia, e non sono pronto a perdere facendo un salto quadruplo. È chiaro perché il sistema di valutazione è stato cambiato: perché gli Usa e il Canada non hanno nessuno in grado di fare un salto quadruplo. Un campione olimpico che non sa come si salta, beh non saprei: non è pattinaggio di figura, sta ballando». Un fiume in piena di polemiche, soprattutto contro quei pattinatori «tutti lustrini» che prediligono l’immagine alla tecnica. Non a caso su Youtube circola una parodia fatta proprio da Plushenko di tutti questi pattinatori moderni. «È difficile dire qualcosa quando ero sicuro di aver vinto la mia seconda Olimpiade», ha aggiunto il 27enne tre volte campione del mondo, che ora minaccia un secondo addio all’agonismo: «Questa potrebbe essere la mia ultima competizione. Vedremo».
Intanto le polemiche proseguono anche in Russia, con un portavoce d’eccezione, Vladimir Putin.
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