Milano - La «bomba», come direbbe il povero Maurizio Mosca, la sgancia l’uomo che conosce l'inchiesta meglio di tutti: il procuratore della Repubblica, Roberto Di Martino. Il titolare dell'inchiesta sul calcioscommesse dice che i clan erano in grado di condizionare le partite di serie A, e questo ormai già si sapeva. Ma aggiunge che a combinare i pasticci non erano i singoli giocatori ma direttamente le società. «Ho delle sensazioni», precisa Di Martino. Ma quando un pm parla di sensazioni, vuol dire che ha qualcosa in mano. É una rivoluzione copernicana nell’analisi di quanto sta emergendo. E rischia di centuplicare gli effetti devastanti dell’inchiesta sul mondo del pallone nostrano.
«Io ho la sensazione che ci siano grossi problemi in serie A, che ci siano incontri truccati, ma senza riscontri una sensazione non è una prova. La sensazione è che in serie A le combine non siano tra i giocatori ma tra le società». Questo è il testo preciso della esternazione del capo della procura cremonese: che arriva al termine di una giornata assai intensa, con interrogatori interminabili che vengono condotti dai giudici, e stralci delle dichiarazioni degli indagati che vengono alla luce. Non si parla più di diciotto partite coinvolte, ma almeno di trenta: merito (o colpa) di Marco Pirani, il dentista con la passione della scommessa facile divenuto il primo «pentito» dell’indagine, interrogato per oltre sei ore. Pirani ha aggiunto altre dodici partite all’elenco, tra cui le tre di serie A di cui si era saputo lunedì: Fiorentina-Roma, Genoa-Lecce. Lecce-Cagliari. Ma la dichiarazione del procuratore Di Martino fa pensare che l’elenco in mano agli inquirenti sia già più lungo.
Negli interrogatori di ieri, quasi irrilevante il contributo di Mauro Bressan, ex calciatore, che ammette le sue colpe sulla combine di Taranto-Benevento, cioè di un match di cui hanno già parlato in tanti. Più interessante il trattamento riservato da un altro indagato, il commercialista bolognese Manlio Bruni, contro l’ex bomber azzurro Beppe Signori, che verrà interrogato oggi. «Era lui il contatto con gli scommettitori di Singapore», scrivono le agenzie di stampa riassumendo l’interrogatorio di Bruni.
In realtà non sono certo i contatti con i siti di scommesse asiatici (che di per sè non sono un reato) il problema maggiore per Signori: che deve preoccuparsi soprattutto di altre dichiarazioni, che lo indicano come l’ufficiale pagatore, il collettore dei soldi destinati ai calciatori corrotti. Soprattutto di questo, a meno che non si avvalga della facoltà di non rispondere, dovrà parlare oggi con il pm. LF- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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