Politica

Pochi telespettatori? Ma un Paese normale guarda calcio e film

La notizia è la seguente: gli italiani in tv guardano le fiction e le partite di calcio. Un po’ meno la politica. È questo il poco sconvolgente responso consegnato dall’Auditel agli studiosi degli andamenti di ascolti televisivi. Il Porta a Porta con ospite Berlusconi nella giornata della consegna delle prime case alle famiglie colpite dal terremoto dell’Aquila ha totalizzato il 13,47 per cento di share, battuto dalla fiction L’onore e il rispetto in onda su Canale 5 che ha raggiunto il 22,61 per cento e indebolito anche dalle partite d’esordio della Champions League, Juventus e Milan impegnate, che su Sky hanno ottenuto il 6 per cento (un milione e 600mila telespettatori).
Per il talk show di Vespa è certamente un risultato inferiore alle attese, di cinque punti al di sotto della media di Porta a Porta in prima serata. Tuttavia, è accaduto altre volte che importanti programmi di approfondimento giornalistico su casi di grande attualità siano stati superati da qualche fiction o qualche reality show. Tanto per citare un esempio recente, sempre con Vespa protagonista, la puntata speciale del suo talk dedicato alla morte di Eluana Englaro fu sonoramente battuta dal Grande Fratello (31,8 per cento il reality contro il 17,3 del programma di Raiuno). E sicuramente allora, pur nell’onda di emozione che aveva attraversato il Paese per la straziante vicenda di Eluana, nessuno dei massimi dirigenti di Viale Mazzini si aspettava che sarebbe accaduto il contrario. Per dire: anche Michela Rocco di Torrepadula, moglie di Enrico Mentana, che quella sera si dimise da direttore editoriale di Mediaset perché l’azienda non aveva accettato di aprire delle finestre di Matrix dentro il reality show, confessò di aver guardato la puntata del Grande Fratello... Però c’è un però. Nel caso di Mentana e Mediaset si tratta di una tv commerciale, mentre nel caso di Porta a Porta stiamo parlando del servizio pubblico che non può sottrarsi a doveri istituzionali, pur sapendo che non saranno automaticamente premiati dagli ascolti.
Per tornare alla vicenda dell’altra sera, un alto dirigente Rai aveva pronosticato al millimetro lo share del famigerato Porta a Porta sulla ricostruzione di Onna: «Farà il 14 per cento», aveva sentenziato senza atteggiarsi a mago con la palla di vetro.
Ora, con una certa dose d’ingenuità, l’opposizione esulta in blocco, da D’Alema a Franceschini, capeggiata da un Di Pietro più infoiato che mai: Porta a Porta ha fatto flop, Vespa e il direttore generale Mauro Masi paghino di tasca propria i danni economici arrecati alla tv di Stato. E qui si aprirebbe un altro lungo capitolo sugli sprechi collezionati da Mamma Rai con dirette per scioperi generali o concertoni del primo maggio.
Ma andiamo oltre. Già ampiamente edotta dai notiziari di tutte le reti sulla consegna delle case alla popolazione di Onna, gran parte dei telespettatori si è sintonizzata su altre reti tv. Dov’è il clamore? Siamo in un Paese normale, nel quale, la sera, il pubblico preferisce cercare un’ora d’aria dai veleni della politica di cui sente il profumo per buona parte della giornata in ufficio o al bar. I tre milioni e 200mila telespettatori di Vespa sono più o meno i tre milioni di lettori che in tutta Italia acquistano un quotidiano. Perché stracciarsi le vesti se, anche in quest’occasione, il servizio pubblico ha messo - come si usa dire con l’enfasi appropriata al caso - la rete ammiraglia a disposizione di un evento come il primo atto ufficiale dell’avvenuta ricostruzione del terremoto nella città che solo due mesi fa aveva ospitato i grandi della Terra?
Semmai, guardando tutta la vicenda da un altro punto di vista, ci si può chiedere se un capolavoro di efficienza e puntualità che si promuove da solo come quello realizzato a Onna, avesse bisogno di una celebrazione ad hoc. In più, sgombrando i palinsesti delle altre reti con lo slittamento di Ballarò e il rinvio di Matrix, dando la sensazione di voler controllare l’informazione tv a due giorni dalla manifestazione in difesa della presunta libertà minacciata... La dirigenza Rai non ne è uscita benissimo e il clima politico si è ancor più inasprito. Forse, quel capolavoro di efficienza e puntualità avrebbe avuto ancor più risalto se illustrato nella sede abituale di Porta a Porta e, magari, con un contraddittorio un tantino più agguerrito (e chissà, forse anche gli ascolti sarebbero stati migliori).

Certamente non avrebbe rischiato di essere oscurato dalle polemiche pretestuose che stanno avvelenando questi giorni che, invece, almeno per una parte dei terremotati, sono di festa.

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