Consulenze, sponsorizzazioni, la partecipazione già garantita a una serie di progetti ed eventi. Tutto da rivedere. «Siamo costretti a scegliere quello che è obbligatorio e rinviare a tempi migliori tante altre iniziative», ammette il presidente della Provincia Guido Podestà. Un taglio agli sprechi dettato dalla manovra Finanziaria.
Un mese fa quando ha approvato il bilancio di previsione 2010 lo ha definito di «lacrime e sangue». Si ricomincia a tagliare?
«Avevamo ereditato dalla giunta Penati una situazione pesante. Abbiamo dovuto ridurre su tutti gli assessorati il 65% delle spese facoltative, quindi tantissimo. Adesso faremo di nuovo uno sforzo, come quei padri di famiglia che nei momenti di difficoltà tirano la cinghia e rinunciano a ciò che non è necessario».
Dove andrete a colpire?
«Intanto dobbiamo capire quale sarà la veste finale della manovra, ma nella sostanza non potrà cambiare di molto. È un momento non facile per l’Europa e anche per il nostro Paese, ci saranno tagli importanti e stiamo studiando le azioni per poter garantire le misure obbligatorie per la Provincia e rinunciare alle azioni che in questa situazione non ci possiamo più permettere».
Ad esempio?
«Due sere fa ho fatto una riunione con il direttore generale e l’assessore al Bilancio Luca Squeri, sicuramente dovremo fare con più forza la lotta agli sprechi, ho dato l’input agli uffici di studiare come affrontare la situazione, eliminando le spese non obbligatorie, con un’attenzione particolare all’ottimizzazione della macchina, le consulenze, le sponsorizzazioni, la partecipazione a progetti che ora non siamo più in grado di sostenere».
Tra le novità della manovra ci sarebbe il pedaggio su alcune tangenziali. Una proposta che aveva già lanciato mesi fa a Milano ma sollevò un polverone. Si pagherà il ticket?
«Io dissi allora che abbiamo assolutamente bisogno di prolungare le metropolitane se vogliamo che 700-800mila pendolari entrino in città con i mezzi e l’aria sia più respirabile. Sono infrastrutture che non si pagano da sole e nel momento di crisi è ancora più evidente oggi che il bilancio dello Stato non può fornire le risorse sufficienti. Il ticket è una delle ipotesi allo studio, ma le risorse devono essere finalizzate e vincolate a quello scopo».
Ma anche nel Pdl parecchi non erano allora e non saranno oggi dell’idea.
«Se altri hanno idee migliori le dicano, discutiamone. Ma non possiamo far finta di niente e non risolvere il problema».
Si è parlato anche di una tassa sul soggiorno per i turisti che vengono a Milano. Cosa ne pensa?
«Bisogna capire se certe ipotesi portano poi a risultati convenienti o se non siano controproducenti. Bisognerebbe fare una valutazione con grandi città che l’hanno adottata e capire se l’entrata giustificherebbe la tassa».
Eliminazione delle Province: la manovra ipotizza di tagliare quelle sotto i 220mila abitanti, il governatore Formigoni di abolire quelle che hanno i conti in rosso. Lei da che parte sta?
«Obbligare le Province, ma anche i Comuni e le Regioni a rispettare le regole del Patto di stabilità è inevitabilmente una necessità. Ma personalmente sono sempre stato contrario al proliferare di Province sotto un certo numero di abitanti, e bisogna intervenire con coraggio, senza escludere le Regioni a statuto speciale e le zone di confine. E posso andare oltre?».
Prego.
«Penso che si dovrebbe puntare al rilancio delle Province passando loro una serie di funzioni in capo ad esempio a consorzi e comunità montane. Evitando duplicazioni e risparmiando risorse».
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