Podestà non perde tempo e schiera la squadra: 3 poltrone alle donne

Giochi quasi chiusi per la nuova giunta della Provincia di Milano. Esecutivo che il presidente presenterà ufficialmente domani all’aula di Palazzo Isimbardi. Appuntamento alle dieci del mattino, con la squadra di governo e il discorso di insediamento del presidente

Giochi quasi chiusi per la nuova giunta della Provincia di Milano. Esecutivo che il presidente Guido Podestà presenterà ufficialmente domani all’aula di Palazzo Isimbardi. Appuntamento alle dieci del mattino, con la squadra di governo e il discorso di insediamento del presidente. Guido Podestà ieri ha incontrato il gruppo consiliare del Pdl e della Lega: un faccia a faccia non di rito, cordiale e franco dove il numero uno di via Vivaio ha rimarcato ancora una volta la disponibilità non solo a essere sempre presente in consiglio ma anche ad avere con i gruppi un rapporto stretto e collaborativo. Applausi e strette di mano al presidente Podestà, fedele a quel tratto distintivo del modo di far politica del Pdl che è l’opposto dei cinque anni persi dalla Provincia di Milano sotto la guida dell’amministrazione della sinistra colpevole, tra l’altro, conti alla mano, di aver lasciato alla nuova amministrazione un buco nel bilancio di oltre 40 milioni di euro. Anche con i consiglieri di maggioranza, Guido Podestà, non ha fatto l’elenco dei nomi e cognomi della sua giunta: altro segno di rispetto delle regole. Dentro e fuori Palazzo Isimbardi già circolano però indiscrezioni che riempiono le dodici caselle degli assessorati. Indiscrezioni non confermate e dunque con il condizionale d’obbligo e indispensabile all’atto della cesellatura dell’esecutivo. E proprio la Lega avrebbe cambiato in corsa i nomi di tre dei quattro papabili: fuori l’allenatore della nazionale «padana» Leo Siegel, escluso il consigliere comunale di Sesto San Giovanni Alessandra Tabacco e costretto dai ruoli a fare un passo indietro il vicesindaco di Legnano Gianbattista Fratus. Resterebbe in pole position il consigliere di zona Stefano Bolognini affiancato dall’assessore rhodense Massimo Pagani, dal responsabile enti locali del Carroccio Luca Agnelli e, infine, dall’ex consigliere comunale di Milano Marzia Menegatti. La seconda dell’esecutivo Podestà sarebbe, sempre secondo voci non confermate, Silvia Garnero come rappresentante del Movimento per l’Italia. Ingresso che non provoca affatto mal di pancia alla componente aennina del Pdl: infatti, non è mai esistita l’ipotesi di un disimpegno di An nei confronti della squadra del presidente Guido Podestà. Anzi, An e Fi oggi sono un partito solo, il Pdl appunto, che con le sue anime deve condividere l’azione di governo all’interno dell’esecutivo. Squadra che a Palazzo Isimbardi si completa con i cinque assessori in quota a Forza Italia. E qui, sempre secondo fonti non confermate, i giochi sarebbero già fatti. Sarebbero sicuri l’ex consigliere provinciale Paolo Del Nero (area Cl), in campo con il rappresentante della Confcommercio Luca Squeri (in quota al viceministro Mario Mantovani) e Roberto Cassago espresso dalla corrente Colucci. Insieme a loro tre, nella futura giunta, ci sarebbe pure il consigliere comunale di Milano Fabio Altitonante, vicino all’assessore lombardo Stefano Maullu. Manca però l’ultima casella che confermerebbe la volontà del presidente Guido Podestà di avere una presenza femminile pari a un quarto degli assessori ovvero tre donne su dodici assessori. E questa poltrona sarebbe quella prenotata dal sindaco di Turbigo Laura Mira Bonomi: poltrona che Mira Bonomi potrebbe però cedere ad una sorpresa, una new entry del toto assessori.

Sarebbe questa l’ultima scelta che il presidente Guido Podestà potrebbe compiere prima di venerdì. Ultima decisione per arrivare nell’ aula con i suoi dodici assessori e garantire così ai milanesi cinque anni di sviluppo e di benessere. Un futuro reclamato dopo una gestione della Provincia di Milano da dimenticare.

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